Uova contaminate: Univ. Cattolica, “azione sanzionatoria molto severa che possa servire come monito”

“L’Agenzia Alimentare tedesca, che ha applicato alcuni modelli di valutazione dell’assunzione acuta o cronica di residui di pesticidi con il cibo, ha concluso che non esiste nessun rischio per la salute dei consumatori, fatto salvo il caso di neonati di peso inferiore ai 9 kg che in un solo giorno assumano almeno 7 uova contaminate al massimo livello”. Lo scrivono su cattolicanews.it Pier Sandro Cocconcelli e Marco Trevisan, docenti di Microbiologia degli alimenti e di Chimica agraria all’Università Cattolica del Sacro Cuore, a proposito dei casi di uova contaminate da Fipronil. I docenti spiegano anche che “questo insetticida si può utilizzare legalmente nel trattamento dei vegetali e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha fissato un valore limite di 0,005 mg/kg come residuo riscontrabile senza alcun rischio per il consumatore. Le concentrazioni nelle uova riscontrate sono molto variabili, comprese tra 0,0031 e 1,2 mg/kg di uova”. Nelle loro conclusioni, Cocconcelli e Trevisan citano una dichiarazione della Food Standard Agency, l’agenzia per la sicurezza degli alimenti in Gran Bretagna: “La contaminazione delle uova è il risultato di un uso illegale di farmaci veterinari negli allevamenti che, come ha dichiarato la Food Standard Agency, non costituisce un rischio per la salute pubblica. Tuttavia, nonostante il basso rischio, deve esserci un’azione sanzionatoria molto severa che possa servire come monito ad altre forme di utilizzazioni illegali di composti nella filiera agroalimentare”.

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