Terremoto a Ischia: mons Lagnese (vescovo), “grazie al card. Sepe per colletta a Napoli”. Domani Messa nella zona rossa di Fango

Chiesa di San Giuseppe a Lacco Ameno - Ischia

“Un grande grazie al card. Crescenzio Sepe che ha indetto una colletta in tutte le parrocchie, i santuari, le basiliche, le rettorie della diocesi di Napoli, durante le celebrazioni eucaristiche di domenica 10 settembre per aiutare le famiglie colpite dal sisma di Ischia”. Lo rivolge, attraverso il Sir, il vescovo di Ischia, mons. Pietro Lagnese, che ha anche ringraziato personalmente al telefono l’arcivescovo di Napoli. “Sono grato al card. Sepe e a tutta la Chiesa di Napoli – prosegue mons. Lagnese – per il sostegno e la vicinanza tutta speciale che sta dimostrando e per aver indetto questa colletta diocesana. La vicinanza della diocesi di Napoli e delle altre Chiese ci è di grande conforto della Campania”. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) l’epicentro del terremoto del 21 agosto è stato, diversamente da quanto detto inizialmente, a un chilometro a sud-ovest di Casamicciola Terme.
Anche oggi pomeriggio il vescovo è andato a far visita ai feriti in ospedale e domani, ci anticipa, celebrerà la Messa nella zona Fango di Lacco Ameno: “Celebrerò all’ingresso di una delle zone rosse, all’aperto – racconta il presule -: lì la chiesa di San Giuseppe è stata chiusa perché fortemente lesionata dal terremoto. Sarò tra gli sfollati per assicurare loro l’Eucaristia”. Intanto, man mano che proseguono le verifiche, aumenta il numero degli sfollati: “Oggi è venuto il sindaco di Lacco Ameno e mi ha chiesto di aiutarlo a trovare uno stabile per le scuole”, ricorda mons. Lagnese, che adesso ospita in episcopio alcune suore di Santa Teresina di Gesù Bambino. “Non sapevo che avevano avuto seri danni a due delle loro case, ma andando in visita mi sono reso conto che avevo dormito sotto un gazebo. Le suore, alcune delle quali sono anziani, volevano rientrare per prendere qualcosa, ma non l’ho permesso perché non corressero rischi”.

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