Zimbabwe: i vescovi, “sviluppare una cultura di elezioni libere ed eque, di referendum e consultazioni”

I vescovi dello Zimbabwe hanno pregato per il loro Paese in queste ore confuse, ma si sono anche pronunciati con un richiamo a “mantenere il migliore interesse della nazione come priorità e continuare a lavorare instancabilmente per una pacifica fine della crisi e per accelerare il ritorno alla normalità”. Lo hanno fatto con un messaggio diffuso ieri dopo gli ulteriori sviluppi della crisi che hanno visto Robert Mugabe espulso dal partito Zanu-Pf ma fermamente convinto a restare presidente della nazione. Per i sei vescovi è tempo di “un processo democratico inclusivo e partecipativo” che porti lo Zimbabwe a una “normalità durevole”: occorre quindi “includere tutti i cittadini dello Zimbabwe nella loro diversità e nella loro unicità” e “sviluppare una cultura di elezioni libere ed eque, di referendum e consultazioni”. I vescovi invitano tutti a esercitare “grande moderazione e pazienza in questi tempi di tensione” e ad astenersi “da ogni illegalità o da qualsiasi azione indiscriminata che possa peggiorare la situazione”. Un appello accorato, in particolare, agli opinion leader e ai media perché “si astengano da comportamenti e affermazioni che aumentano la tensione, generano odio o infiammano le emozioni”. E poi un “pro-memoria”: “Ricordiamoci che alle persone accusate di crimini deve sempre essere accordato il giusto processo e la protezione della legge e che il ruolo dei Tribunali civili come arbitri indipendenti continua senza impedimenti come previsto dalla Costituzione e come promesso dalle Forze di difesa dello Zimbabwe (Zdf)”.

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