Disabili: Belloni (Scout d’Europa), “applicare anche a loro il nostro metodo”

“Il nostro sforzo è quello di riuscire a tirare fuori attitudini e capacità dai ragazzi disabili attraverso il nostro metodo. Vogliamo renderli protagonisti dove riescono meglio, senza la paura di dovere riconoscere che non possono fare alcune attività”. Lo afferma Alberto Belloni, incaricato nazionale per la disabilità dell’associazione italiana Guide e Scout d’Europa cattolici, che si è riunita nei giorni scorsi a Roma per il convegno “Scautismo e disabilità: situazione e prospettive”. “Ci siamo resi conto che tanti ragazzi disabili bussavano alle porte dei nostri gruppi. Così abbiamo scritto alcune linee guida per accoglierli – spiega al Sir Belloni -. Abbiamo preparato anche un questionario per capire quali erano le disabilità più diffuse nella nostra associazione e, poi, il convegno è stata l’occasione per riflettere insieme con altre associazioni”. Numeri alla mano, a livello nazionale, tra i 20mila Scout d’Europa sono 600 quelli che presentano disabilità, più intellettive che fisiche. “Come agenzia educativa e formativa vogliamo dare anche il nostro contributo per loro nelle attività e nella formazione dei capi scout”. La sfida, secondo Belloni, è quella di “adattare il metodo scout ai ragazzi disabili, ma serve la giusta formazione nei campi per i futuri capi”.

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