Ventimiglia: un altro migrante morto alla frontiera. Mons. Suetta (vescovo), “fare di più a partire dalla prevenzione”

“Dolore” misto a un “senso di impotenza” per un’altra morte che non si è riusciti a evitare. Sono questi i sentimenti che il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, mons. Antonio Suetta, confida al Sir all’indomani dell’ennesima morte di un migrante alla frontiera tra Italia e Francia. Nel tardo pomeriggio di ieri un cittadino iracheno di 36 anni è rimasto ucciso, investito da un treno, nei pressi della galleria che da Peglie conduce a Calandre a poche centinaia di metri dal confine francese. “Di fronte a questa ennesima morte ci sentiamo non direttamente, ma indirettamente responsabili – continua mons. Suetta – perché, per quanto si faccia, ci rendiamo conto che si dovrebbe e potrebbe fare di più. Penso soprattutto all’attività di sensibilizzazione sui rischi che si corrono nel voler attraversare la frontiera incamminandosi lungo la ferrovia, salendo sui tetti dei convogli o percorrendo a piedi l’autostrada o il cosiddetto ‘sentiero della morte’ attraverso le montagne. Credo sia fondamentale aumentare il numero di mediatori presenti sul territorio per informare i migranti in transito sui rischi che corrono nel voler attraversare in questi modi il confine”. La tragedia di ieri porta a 14 il numero dei migranti morti nell’ultimo anno nel tentativo di entrare in Francia. “Sono numeri certamente inferiori rispetto alle tragedie che avvengono nel Mediterraneo – conclude il vescovo -, ma per certi versi ancor più dolorosi perché avvengono quando quel sogno di raggiungere un futuro migliore, che aveva spinto questi uomini e donne a mettersi in viaggio, sembrava sul punto di essere raggiunto”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Europa

Informativa sulla Privacy