Migranti: esperti Onu contro codice di condotta e piano d’azione Ue, “spostare frontiera in Libia vìola diritti umani”

L’Unione europea “sta cercando di spostare la frontiera in Libia” utilizzando una politica che violerà i diritti umani”: è la denuncia di due esperti delle Nazioni Unite, che esprimono oggi “serie preoccupazioni” per la nuova politica della Commissione europea sui salvataggi nel Mediterraneo. “Il nuovo piano d’azione proposto dall’Ue, compreso il codice di condotta per le organizzazioni umanitarie che si occupano di salvataggi in mare – hanno dichiarato il relatore speciale sui diritti umani degli immigrati Felipe González Morales e il relatore speciale sulla tortura Nils Melzer – viola le norme internazionali e mette a rischio la vita di molte persone, condannandole ad affrontare ulteriori violazioni dei diritti umani in Libia”.  Il codice di condotta, elaborato dall’Italia con il sostegno di Bruxelles, ricordano gli esperti Onu, “fa parte di un più ampio piano dell’Ue per ridurre la pressione degli sbarchi”. “La soluzione non è limitare l’accesso alle acque internazionali o sparare contro le imbarcazioni, come più volte minacciato dalla Libia – affermano -. Ciò comporterà più morti in mare ed è in contrasto con l’obbligo di salvare le persone in difficoltà”. Gli esperti esprimono “preoccupazione” per l’intenzione della Commissione europea di “spostare i confini europei in Libia”. Secondo il diritto internazionale, ribadiscono, “i migranti dovrebbero essere autorizzati a sbarcare nel porto più vicino dove la loro vita e la loro libertà non è minacciata, ricevendo informazioni, cure e giusto trattamento in merito alle loro richieste di asilo”. “La Libia non può essere considerata un luogo sicuro dove sbarcare – sottolineano – e la politica dell’Ue sta negando questo fatto. I migranti intercettati dalla guardia costiera libica affronteranno un periodo di detenzione indefinito in condizioni terribili e disumane, a rischio di morte, tortura ed altre gravi violazioni dei diritti umani”.  Secondo gli esperti è fondamentale per l’Ue e la Libia “avere a disposizione più navi di salvataggio europee sulle coste della Libia”. “È giunto il momento di affrontare il problema reale, cioè l’impatto sproporzionato delle migrazioni su Stati membri come l’Italia e la Grecia – ribadiscono -, trasferendo migranti e rifugiati in tutti i Paesi membri di Schengen, anziché sostenere misure che spingono ulteriormente alla migrazione e aumentano le sofferenze“. A loro avviso gli Stati europei dovrebbero “ampliare il sistema dei visti e fornire ulteriori opzioni per il reinsediamento dei rifugiati, la protezione temporanea, il ricongiungimento familiare, il lavoro, i residenti, i pensionati e gli studenti, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, per fare in modo che i migranti non siano più costretti ad intraprendere questi viaggi mortali “.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Europa

Informativa sulla Privacy