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Ricollocazione reliquia don Bosco: don Attard (consigliere), “non è spiritualismo”

La venerazione di una reliquia “non è spiritualismo ma è proiezione di sé verso il sacro che ognuno si porta dentro”. Ne è convinto don Fabio Attard, maltese, consigliere generale per la pastorale giovanile della Congregazione dei salesiani, che ieri ha partecipato alla cerimonia di ricollocazione della reliquia di san Giovanni Bosco, trafugata e ritrovata dai carabinieri, nella basilica del Colle. “La società – spiega in un’intervista al Sir – può rimuovere l’immagine di Dio dal foro pubblico, ma non può eliminare la sete di Dio dal cuore di una persona, e questo trascendente i giovani lo stanno cercando. La reliquia di un santo è allora quella cosa concreta che ci proietta e ci apre al sacro di cui costituisce una parte visibile”. Se ai giovani  vengono offerti “senso di appartenenza in un gruppo, proposte alte e testimoniate, visione e progetto per il futuro, accompagnamento di adulti autentici e significativi”, afferma, essi “iniziano a intravedere quello che stanno cercando”. In questa prospettiva, la venerazione di una reliquia “non è spiritualismo ma è proiezione di sé verso il sacro che ognuno si porta dentro”. Per questo, secondo il salesiano, “il Sinodo è più che mai attuale. I giovani li abbiamo messi in un deserto senza mappe, senza acqua e senza cibo”, ma “sulla scorta di don Bosco, uomo innamorato di Dio ma anche della storia e della vita” e “alla luce del costante incoraggiamento di Papa Francesco, la società globalizzata e post-moderna di oggi è per noi, ma non solo per noi, uno spazio eccellente per la testimonianza cristiana”.

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