Siria: Mfs, “incursione di uomini armati negli ospedali di Ghouta Est. Costretti a sospendere sostegno medico alle strutture”

“Nessuna arma o persona armata può entrare all’interno delle strutture mediche; i pazienti devono essere considerati al di fuori del conflitto e tutte le parti devono prendere le giuste precauzioni per evitare attacchi diretti all’azione medica; il trasporto di feriti e altri pazienti, indipendentemente dalla loro identità, e la libera circolazione delle ambulanze, devono essere consentiti e facilitati; le strutture mediche, i loro beni, le attrezzature e le ambulanze non devono mai essere utilizzati per scopi militari; quando necessaria, l’evacuazione dei pazienti e dei medici in una zona più sicura deve essere garantita”. Sono le richieste che Medici senza Frontiere (Msf) lancia ai gruppi armati nella zona di Ghouta Est, nelle periferie assediate di Damasco, dopo che quest’ultime avrebbero attaccato, il 29 aprile, alcune strutture sanitarie supportate dall’organizzazione medico-umanitaria, provocando di fatto la sospensione del supporto medico. Secondo quanto riportato dai medici che Msf sostiene nell’area “i gruppi armati non hanno mostrato assolutamente alcuna considerazione per lo status di protezione di cui devono godere pazienti, strutture mediche e operatori sanitari. Il 29 aprile, circa 30 uomini armati e col volto coperto hanno fatto irruzione nell’ospedale Hazzeh per cercare specifici pazienti feriti e hanno sequestrato l’ambulanza dell’ospedale”.
Situazione analoga nel centro medico di Aftares ripetutamente bersagliato da proiettili. La zona rurale di Ghouta Est, nei pressi di Damasco, è assediata dalle forze governative siriane fin dai primi mesi del 2013. Msf fornisce sostegno da remoto alla maggior parte delle strutture sanitarie della zona e ha costruito un forte legame con i medici, aiutandoli a mantenere uno spazio per fornire cure mediche imparziali, dando loro assistenza medica sia tecnica sia materiale. “A nome dei medici che sosteniamo, Msf condanna fermamente l’incursione armata nelle strutture sanitarie da parte di persone col volto coperto, l’intimidazione degli operatori sanitari e il sequestro di un’ambulanza”, dichiara Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di Msf. “Gli spazi medici sono protetti dal diritto internazionale e devono rimanere un luogo di umanità, trattando tutti – civili e non – esclusivamente sulla base dei loro bisogni medici. Faremo sentire la nostra voce per difendere la natura protetta di questi spazi e sottolineare la necessità di dare priorità alla salvaguardia dei pazienti e del personale medico”.

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