Morte Dj Fabo: p. Bebber (Aris) su richiesta archiviazione per Cappato, “frutto di società edonistica. Dignità della vita non viene mai meno”

“Non possiamo accettare una richiesta frutto di una società edonistica, di quel degrado che vorrebbe far prevalere la cultura della morte sulla cultura della vita che noi continueremo a promuovere e sostenere in ogni situazione”. Non usa mezzi termini padre Virginio Bebber, presidente dell’Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari), commentando al Sir la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Milano per Marco Cappato, indagato per aiuto al suicidio in relazione alla morte in Svizzera, lo scorso 27 febbraio, di Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo. La parola passa ora al Gip che potrà accogliere o respingere tale richiesta. “Questo è solo un primo passaggio – precisa p. Bebber – ma costituisce una doppia forzatura. Lo Stato non può rinunciare alle proprie competenze. Se esistono delle leggi occorre osservarle: perché dovremmo consegnarci solo in mano ai giudici?”. Inoltre, secondo il presidente dell’Aris, la richiesta della Procura milanese tenta di creare un clima favorevole ad aperture eutanasiche “nell’errato presupposto che la vita quando non sia più ‘piena’ ed ‘efficiente’ non sia più meritevole di essere vissuta”. “La vita – ribadisce – non è mai ‘indegna’, è sempre dono, la dignità non viene mai meno. Se il malato in fin di vita si sente un peso, è chiaro che desidera morire, ma se si sente accompagnato e sostenuto con amore le cose cambiano”. Di qui, conclude, il “nostro compito di istituzioni sanitarie cattoliche – e lo facciamo da sempre – di accompagnare con amore questi fratelli sofferenti verso la morte, perché la affrontino non nella sofferenza e nella paura ma nella maniera più umana possibile”.

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