Mediterraneo: Festival Sabir, Acli e Caritas organizzano incontri su migranti, sfruttamento lavorativo e agricoltura

Migranti e vie legali di accesso in Europa, lo sfruttamento lavorativo e la “filiera sporca” nell’agricoltura, il diritto al lavoro dignitoso: sono alcuni dei temi su cui porteranno il proprio contributo Caritas internationalis, Caritas italiana e Acli, durante la terza edizione del Festival diffuso delle culture mediterranee che quest’anno si svolgerà a Siracusa dall’11 al 13 maggio, promosso dall’Arci con la collaborazione di Asgi, A Buon diritto, Carta di Roma e Cgil. L’evento è stato presentato oggi a Roma. Nella tre giorni di incontri aperti alla città si alterneranno seminari formativi, laboratori, spettacoli e iniziative culturali, in particolare sul rapporto tra immigrazione e cooperazione allo sviluppo e il processo di esternalizzazione delle frontiere nei Paesi africani. Caritas internationalis allestirà presso la Camera di commercio di Siracusa una mostra fotografica sul lavoro dignitoso insieme all’organizzazione francese Ressources humaines sans frontierès. Anche Migrantes Siracusa allestirà la mostra dell’artista tunisino Ramzi Harrabi “Uprooted” nel cortile dell’assessorato alla cultura, “per sensibilizzare le comunità al tema della migrazione”. L’11 maggio (14.30) Caritas e Acli organizzano un seminario sulla “filiera sporca” nell’agricoltura e il 12 maggio (ore 9.30) un incontro sulle vie legali di accesso (corridoi umanitari, reinsediamenti, quote di accesso per lavoro e visti umanitari). Tra i relatori Oliviero Forti di Caritas italiana, Daniela Pompei della Comunità di Sant’Egidio, Regina Catambrone del Moas, padre Mosè Zerai dell’agenzia Habeshia. “Salvare vite umane non è reato, è reato non farlo – ha detto Antonio Russo delle Acli, durante la conferenza stampa di oggi -. La nostra scelta di dedicare Sabir a chi salva vite in mare nasce da gratitudine. Se vogliamo combattere davvero i trafficanti dobbiamo promuovere serie politiche di accoglienza, altrimenti si alimenta la macchina del fango e del sospetto”. Russo ha concluso con una proposta: “Visto che ci sono perplessità così forti, ogni Stato europeo metta a disposizione una nave per la ricerca e il soccorso in mare”.

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