Attentati di Bruxelles: mons. De Kesel (arcivescovo), “nessuna violenza in nome di Dio può essere tollerata”

Card. Jozef De Kesel

“Colui che ama Dio, ama anche il suo fratello. Se Cristo ha vinto il male, se ha vinto la violenza, non lo ha fatto attraverso la violenza. Nessuna violenza in nome di Dio può essere tollerata. Dio non può in nessuno modo essere strumentalizzato, da nessuno”. Lo ha detto ieri pomeriggio monsignor Jozef De Kesel, arcivescovo cattolico di Malines-Bruxelles, nella omelia pronunciata alla Veglia ecumenica per le vittime degli attentati del 22 marzo. Nel prendere la parola l’arcivescovo ha ricordato che i cattolici hanno da poco celebrato la Pasqua. “Cristo condannato a morte e crocifisso – ha detto – è resuscitato. Ha vinto la morte e ha vinto il male. E’ il cuore della nostre fede”. Ma anche, ha aggiunto, “la Settimana Santa è stata segnata dal dolore per gli attentati all’aeroporto di Zaventem e qui nel cuore della nostra città. E il pensiero va alle vittime e ai feriti di tutte le nazionalità ancora ricoverati negli ospedali”. “Ciò che è successo – ha detto l’arcivescovo parlando in francese e in fiammingo – non ci lascia indifferenti. E’ evidente che questi attacchi sono atti criminali che colpiscono il fondamento stesso della nostra società. È un attacco a ciò che di più prezioso hanno le società moderne, e cioè la libertà, il rispetto per la differenza e le identità, la solidarietà”. Facendo quindi riferimento alle parole di Giovanni nel Vangelo, “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”, De Kesel ha detto: “La pace è qualcosa di più dell’assenza di violenza; la pace chiede molto di più che la sola tolleranza. Non c’è un autentico vivere insieme se non c’è un profondo e sincero rispetto per l’altro. Questo rispetto è alla base di ogni amore”. Non è dunque possibile – ha fatto notare de Kesl – “amare Dio” e “odiare il fratello”.  “ Colui che ama Dio, ama anche il suo fratello”.

L’arcivescovo di Bruxelles ha poi espresso la sua gratitudine per la risposta che il Belgio e Bruxelles stanno dando all’orrore vissuto. “Non abbiamo mai ascoltato, né sui media né da parte dei responsabili politici, un appello alla violenza o alla vendetta. Ciò che gli autori di questi atti vogliono è dividerci, metterci gli uni contro gli altri. Per questo dobbiamo oggi più che mai essere insieme, resistere all’angoscia, non perdere coraggio”.

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