Diocesi: card. Betori (Firenze), “i cattolici diano un apporto a un’ispirazione alta della politica a partire dal bene comune”

“Al di là delle logiche di schieramento e di potere, ciò che sembra mancare è un’ispirazione alta della politica, che nasca da una visione altrettanto alta del bene comune, che non può corrispondere alla media degli interessi contrapposti. A questa visione alta dobbiamo dare il nostro apporto. Non per cercare spazi di potere per il mondo cattolico, ma per far emergere dall’esperienza della fede un contributo di verità e di speranza che possa essere offerto alla considerazione di tutti”. Lo ha detto, oggi, il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nel suo intervento alla giornata conclusiva dell’Assemblea del clero, alla casa di spiritualità “Elia Dalla Costa”, a lecceto. “Usciamo dalle nostre logiche intraecclesiali e facciamoci maggiormente attenti al rapporto tra la fede e la storia, un confronto sempre da rinnovare, da Chiesa ‘in uscita’”, l’invito del porporato.
“L’agenda di questo progetto di vita buona e di società umanizzata ha una sua precisa logica. A fondamento di tutto – ha spiegato l’arcivescovo -, sta la persona umana nella sua inviolabile dignità e la vita umana nella sua assoluta intangibilità. I confini di questa vita, dal suo concepimento alla sua fine naturale sono frontiere su cui va esercitata la massima protezione, perché ogni cedimento è causa di disastrose conseguenze in tutti gli altri momenti e ambiti dell’esistenza”. E qui “si apre il campo della protezione e promozione della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna, la prospettiva di un lavoro in cui l’uomo e la donna possano realizzare la propria personalità, la premura nel farsi carico dell’età avanzata e di chi soffre nella malattia, lo sviluppo delle aggregazioni sociali intermedie per assicurare nel concreto spazi di libertà, la sicurezza nell’ordine sociale e la protezione dei più deboli, il rispetto delle istituzioni e il loro porsi al servizio dei cittadini, le relazioni e la cooperazione tra i popoli per la promozione e il mantenimento della pace, la custodia del creato come casa comune da salvaguardare nella prospettiva delle future generazioni”. Tutto questo, ha evidenziato il card. Betori, “viene minacciato da guerre, povertà endemiche, incuria ambientale, attentati alle libertà – in particolare alla libertà religiosa –, insensibilità verso il fenomeno migratorio anche a causa di rigurgiti razzisti favoriti da mancati interventi sul piano dell’integrazione che generano paure e tensioni sociali”. Quanto fin qui elencato, ha concluso, “è più che sufficiente per alimentare un progetto di società equilibrato e coraggioso, attento sia alle istanze personali sia a quelle sociali, un progetto da sostenere con una visione dell’economia meno legata alle sole ragioni del profitto e più attenta alle persone e al futuro”.

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