Papa Francesco: a Padri Bianchi e Suore Bianche, diventate “nomadi del Vangelo” e lottate “contro tutte le forme di schiavitù”. “Grazie” per dialogo con l’Islam

(Foto Vatican Media/SIR)

Diventare dei “nomadi per il Vangelo”, cioè “uomini e donne che non hanno paura di andare nei deserti di questo mondo e di cercare insieme i mezzi per accompagnare i fratelli fino all’oasi che è il Signore, perché l’acqua viva del suo amore spenga ogni loro sete”. È la consegna finale dell’udienza concessa oggi ai missionari d’Africa (Padri Bianchi) e alle suore Missionarie di Nostra Signora d’Africa (Suore Bianche), in occasione della celebrazione del 150° anniversario della fondazione delle due congregazioni religiose. “Auspico che questo anno giubilare contribuisca anche a sviluppare i legami fraterni tra di voi, perché l’annuncio del Vangelo non si può vivere se non grazie a un’autentica comunione missionaria”, ha detto il Papa: “Con la forza dello Spirito Santo, siate testimoni della speranza che non delude, malgrado le difficoltà. Nella fedeltà alle vostre radici, non abbiate paura di arrischiarvi sulle strade della missione, per testimoniare che Dio è sempre novità, che ci spinge continuamente a ripartire e a cambiare posto per andare oltre il conosciuto, verso le periferie e le frontiere”. “Lo Spirito faccia di voi dei costruttori di ponti tra gli uomini”, ha concluso Francesco: “Là dove il Signore vi ha mandati, possiate contribuire a far crescere una cultura dell’incontro, essere al servizio di un dialogo che, nel rispetto delle differenze, sa trarre ricchezza delle diversità degli altri”. Il Papa ha ringraziato, in particolare, i missionari “per il lavoro che avete già compiuto in favore del dialogo con l’Islam, con le sorelle e i fratelli musulmani”: “Con lo stile e la semplicità del vostro modo di vivere, voi manifestate anche la necessità di prendersi cura della nostra casa comune, la terra”. “Siete chiamati a seminare speranza, lottando contro tutte le odierne forme di schiavitù; facendovi prossimi dei piccoli e dei poveri, di quanti aspettano, nelle periferie delle nostre società, di essere riconosciuti nella loro dignità, di essere accolti, protetti, rialzati, accompagnati, promossi e integrati”, l’invito finale, sulla scorda del cardinale Lavigerie.

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