Democrazia: Acocella (Un. Federico II), “se le diseguaglianze crescono, quale può essere il suo futuro?”

“La democrazia fondata sulla sovranità popolare presuppone l’eguaglianza, e se le diseguaglianze crescono, quale può essere il futuro della democrazia in un contesto nel quale l’eguaglianza formale non è più criterio sufficiente utile a sopportare la diseguaglianza sostanziale?”. È partito da questo interrogativo Giuseppe Acocella, docente all’Università Federico II di Napoli, per sviluppare il suo intervento alla prima sessione del XXXIX Convegno Bachelet dedicato a “Il futuro delle democrazie” in corso alla Domus Pacis di Roma. Acocella ha fatto riferimento alla “diseguaglianza di reddito e quindi di occasioni” ma anche a come si sia arrivati a “congelare l’“ascensore” sociale. Per il docente, “se le diseguaglianze, anche profonde, venissero considerate nel nostro tempo corredo inevitabile dell’età nuova in cui l’economia detta le regole alla politica, rovesciando un ideale orientamento che ha segnato le democrazie contemporanee, rischia di rovesciare nello sberleffo la convinzione che redistribuzione del reddito e uguaglianza nelle opportunità siano un carattere prioritario della democrazia”. Acocella ha poi evidenziato come “la nuova demagogia intenta a ridurre lo spazio di espressione della volontà popolare è sfrontatamente manifesta. La società pluralista viene negata in nome di una società indistinta, che usa la disgregazione a vantaggio degli interessi più forti, negando la democrazia pluralista”. “La demagogia dei nuovi tempi – ha proseguito – presuppone che l’area della sovranità venga riservata ad una porzione minoritaria del corpo elettorale”. Acocella ha concluso rilevando che “pensare che il solo rafforzamento del welfare nazionale – corredo certi indispensabile della convivenza democratica – sia lo stabilizzatore essenziale dei regimi di libertà è scelta insufficiente di fronte alla sfida che al principio di eguaglianza lancia lo spostamento in sede sovranazionale dell’area delle decisioni economiche e politiche. Il futuro delle democrazie sta forse nel recupero dei fondamenti costituzionali dell’eguaglianza dello stato di diritto?”.

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