#SiamoQui: card. Bassetti, “precarietà lavorativa vi impedisce di fare programmi per il futuro”. “Siamo sempre chiamati al dovere dell’accoglienza”

“So che in molti vivete la precarietà di una situazione lavorativa che vi impedisce di fare programmi per il futuro; so che in tanti provenite da famiglie dove non è facile vivere insieme”. Nell’omelia della messa con i giovani italiani in piazza San Pietro, in attesa del Papa, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, si è riferito ai problemi concreti che si trovano a fronteggiare oggi le nuove generazioni. “Nemmeno voi chiudete gli occhi davanti alle tante emergenze che sta attraversando il nostro Paese, anche se probabilmente vi sentite oppressi e schiacciati da problemi che riguardano già il quartiere in cui vivete e la città dove abitate”, ha detto il cardinale, additando loro la figura del profeta Elia, come antidoto a “tutto ciò che fa sentire scoraggiati, impotenti, o inutili”. “Anche Elia veniva da un lungo cammino, in fuga da una regina iniqua che lo perseguitava da anni, e per causa della quale tre volte ha rischiato di morire di fame”, ha ricordato il presidente della Cei riferendosi ai pellegrinaggi organizzati dalle diocesi per convergere a Roma: “La sua fuga ci fa pensare anche ai tanti giovani che vivono oggi sulla loro pelle la stessa condizione del profeta e che devono rifugiarsi o migrare in altri Paesi a causa di guerre o dittature o carestie”. “Alcuni di loro, e questo è un fatto commovente, hanno camminato accanto a voi, e questa credo che per tutti sia stata un’esperienza bellissima”, ha aggiunto a braccio.

“Ogni volta che il profeta pensava di morire, sperimenta di fatto l’aiuto del Signore”, ha sottolineato il cardinale: “La prima volta erano stati dei corvi a sfamarlo, come a dire che nel creato ci sarebbero le risorse necessarie per tutti: Dio – si legge nel Salmo – ‘provvede il cibo ai piccoli del corvo che gridano a Lui’. Nel racconto biblico, i corvi sono addirittura lo strumento con cui il Signore viene in aiuto del profeta”. La seconda volta Elia viene soccorso, invece, “da chi meno se lo aspettava: una donna povera, vedova e straniera”. “Questa figura ci ricorda che siamo sempre chiamati al dovere dell’accoglienza, in qualsiasi condizione ci troviamo”, il monito del presidente della Cei: “anche chi è rimasto con poca farina o con poco olio, come la vedova che soccorre Elia, può fare qualcosa, perché la Provvidenza agisce sì miracolosamente, ma si serve delle nostre mani, dei nostri piedi e soprattutto del nostro cuore”. Infine,  quando Elia è ancor più disperato, “il Signore con il suo angelo lo invita a proseguire il cammino”. “È proprio a partire da questa ulteriore crisi che la missione di Elia diventerà più importante”, ha spiegato Bassetti: “nel momento in cui Elia è più scoraggiato, il Signore gli dà forza e gli chiede di impegnarsi per il proprio popolo, coinvolgendo anche altri in questo servizio”.

 

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