Cantieri di lavOro: l’impegno degli ex detenuti nella raccolta, trasformazione dei rifiuti tessili e vendita dei vestiti usati

La cooperativa sociale “Ambiente Solidale” è nata a Napoli nel periodo in cui l’emergenza rifiuti ha toccato l’apice. Un progetto con un fine sociale: aiutare ex detenuti ed ex tossicodipendenti, impegnandoli nella raccolta dei rifiuti tessili. “Volevamo coniugare due obiettivi: rispondere al bisogno di lavoro che c’è in città e aiutare soggetti svantaggiati”, ha spiegato il presidente della cooperativa Antonio Capece, durante il suo intervento, questa pomeriggio, a Salerno, al terzo seminario nazionale di Pastorale sociale, organizzato dall’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro. “Nei primi due anni è stato difficilissimo avere le autorizzazioni per il problema dello smaltimento – ha raccontato -. Siamo riusciti a sviluppare la nostra attività grazie a una cooperativa di Milano che ci ha messo a disposizione know how, strumenti e autorizzazioni”. Così è partita un’attività che oggi impiega 30 persone. “Raccogliamo rifiuti tessili, li trattiamo, sterilizziamo e lavoriamo. Abbiamo creato un negozio che vende gli indumenti recuperati”. Un’operazione che, grazie al numero di tonnellate di rifiuti recuperate, ogni anno permette alla cooperativa sociale di donare 60mila euro per finanziare il programma di contrasto alla povertà alimentare dell’arcidiocesi di Napoli. “Ne ha un beneficio anche l’ambiente – conclude Capece -. Grazie al nostro impegno i comuni mandano in discarica 1800 tonnellate all’anno in meno di rifiuti. Facciamo risparmiare loro complessivamente 250mila euro”.

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