Fine vita: mons. Galantino (Cei), “legge controversa se non ideologica”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Una legge controversa se non ideologica”. Così mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha definito le Dat, oggetto di discussione anche nel Consiglio permanente che si è appena concluso. Le perplessità sulla legge che riguarda il fine vita, ha spiegato nel dettaglio Galantino, riguardano “non solo la nutrizione e l’idratazione, ma l’abolizione dell’obiezione di coscienza da parte dei medici”. “Speriamo che l’Ordine dei medici si risenta – l’auspicio dei vescovi – per recuperare proprio la figura del medico non solo come attuatore della volontà altrui, ma anche come portatore di scienza, coscienza e professionalità”. “Ribadire l’importanza culturale della Chiesa nel servizio alla vita”, l’impegno della Chiesa italiana sulla base degli Orientamenti pastorali del decennio, che implicano la necessità di esaminare “come oggi viene declinato il tema della formazione e dell’educazione” e quale “responsabilità” la comunità ecclesiale deve assumersi “per aiutare le persone ad avere una certa mentalità”. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Galantino ha precisato che riguardo alla nuova legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento “non abbiamo fatto trattative prima e non facciamo trattative adesso”. “Non è compito della Chiesa fare leggi, ma continuare a proporre temi che impegnino la formazione”, ha precisato: “Se si arriva a certi risultati legislativi, è probabilmente perché non abbiamo lavorato come si doveva, perché quella del credere al Vangelo diventasse anche una mentalità di vita”. Altro tema toccato da Galantino, quello della natalità, rispetto al quale il Forum delle famiglie “ha lanciato un appello che ha ricevuto l’adesione e l’impegno corale di tutti i leader di partito”. Tra le proposte della campagna elettorale, ha ricordato Galantino, c’è anche quella di aumentare il contributo per gli asili nido: “Il problema non è alzare il contributo, il problema è che in futuro non avremo chi metterci dentro”.

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