Minori: rapporto Gruppo Crc, “nel Mezzogiorno 20,4% di bambini in svantaggio socio-economico”

Minori in povertà, accesso ai servizi sanitari per l’infanzia, nidi, tempo pieno, refezione scolastica: il divario nelle condizioni di minori e adolescenti è ampio, specie tra Nord e Sud, con le regioni del Mezzogiorno che registrano il 20,4% di bambini in svantaggio socio-economico (il doppio rispetto alla media nazionale); con la Calabria che ha un tasso di mortalità infantile del 4,7‰ (contro il 3,1‰ nazionale); con Sicilia, Puglia, Campania e Calabria con il più alto numero di bambini che non ha accesso al servizio mensa nella scuola primaria e i più elevati tassi di dispersione. È quanto emerge dal 3° Rapporto supplementare del Gruppo Crc, che sarà trasmesso alle Nazione Unite, presentato oggi alla presenza del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, della garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano e della vice-presidente della Commissione parlamentare infanzia Sandra Zampa, promotrice della legge 47/2017 sulla protezione dei minori stranieri non accompagnati. “Le politiche dell’infanzia in Italia continuano a non essere trattate come una priorità e, in assenza di una visione d’insieme strategica, permangono le diseguaglianze, che si riflettono in primo luogo sulle disparità regionali – rivela il rapporto -. A interventi discontinui, talvolta realizzati in risposta a situazioni emergenziali, si sono alternati, tuttavia, anche alcuni segnali incoraggianti sul piano legislativo”. Alla redazione del rapporto hanno contribuito 144 operatori delle 96 associazioni che costituiscono il Gruppo Crc. Le condizioni di crescente svantaggio socio-economico dei bambini in Italia e la riforma sulla cittadinanza sono tra le principali sfide da affrontare nel prossimo futuro. Tra le 157 raccomandazioni rivolte alle istituzioni la necessità di “ridefinire le misure per proteggere e prevenire abusi e violenza sui minori; il sostegno dei genitori nel loro ruolo educativo; il contrasto della dispersione scolastica (il 14,7% dei 18-24enni italiani ha raggiunto soltanto la licenza media); la nomina di un garante per l’infanzia in ogni regione; il monitoraggio costante e aggiornato dei minorenni fuori dalla famiglia d’origine”.

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