Santo Stefano: mons. Agostinelli (Prato), “custodire la prossimità con i poveri”

“Ringrazio la nostra Chiesa e la città di Prato di essere così ricca di tante e benefiche opere che rispondono a problemi reali delle persone. Oltre che ‘città di Maria’ e ‘città del lavoro’, siamo anche: ‘città della speranza’ per molti”. Lo ha detto il vescovo di Prato, mons. Franco Agostinelli, durante l’omelia della Messa, che ha celebrato ieri in cattedrale, nella solennità del patrono, santo Stefano. “La frequentazione di Gesù si manifesta in quella frequentazione dei poveri, cioè in quella volontà di dedizione agli ultimi e agli scartati, non solo come atto di carità, ma come espressione di quella giustizia nuova che è preludio ai cieli nuovi e alla terra nuova promessi da Cristo”, ha aggiunto il presule. L’esempio indicato è proprio quello di santo Stefano, “uomo segnato dalla grazia di Dio e dalla appartenenza alla sua terra”. Poi mons. Agostinelli si è rivolto “a tutti i cristiani e alle opere cattoliche”, affinché esprimano “nel loro molteplice operare la carità attinta dal Signore”. “Molti troveranno la strada per l’incontro con Dio proprio attraverso lo stile del vostro operare”. Il vescovo ha invitato, in particolare, i giovani a fare del bene: “Impegnatevi nel volontariato tradizionale e nuovo, in città e nelle missioni, nelle parrocchie e nelle diverse espressioni della sensibilità sociale: nel dono di sé ci si arricchisce in umanità, si sperimenta la gioia di essere utili e di far felici”. Infine, il presule ha chiesto “umilmente e tenacemente di essere comunità che custodisce la prossimità con i poveri e le situazioni periferiche, antiche e nuove, della società”.

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