Diocesi: card. Bassetti (Perugia) incontra i profughi ospiti della Caritas. “Accoglienza è nel dna del nostro popolo”

L'incontro del cardinale Bassetti con i profughi pakistani, autunno 2015

“La presenza del cardinale è molto attesa dai nostri giovani ospiti, soprattutto per i ragazzi pakistani che hanno conosciuto il nostro arcivescovo al loro arrivo, lo scorso autunno, e poi l’hanno rincontrato al pranzo di Natale e in altre occasioni”: l’assistente sociale Stella Cerasa, responsabile Caritas del progetto di accoglienza dei profughi e richiedenti asilo della diocesi di Perugia, sta coordinando i preparativi per accogliere questa sera alla canonica di San Giovanni del Prugneto il cardinale Gualtiero Bassetti. Qui dallo scorso autunno la Caritas diocesana ospita un gruppo di giovani profughi pakistani, ai quali, per l’occasione, si uniranno quelli della Siria, Gambia, Ghana, Nigeria e Senegal per un totale di 62 persone, tutte accolte dalla Caritas in alcune strutture ecclesiali e private del territorio perugino. “Attualmente – dice Cerasa – i profughi accolti dalla nostra Caritas sono impegnati nell’apprendimento della lingua italiana e, durante l’anno scolastico, alcuni di loro hanno avuto degli scambi culturali con diverse classi di scuole superiori di Perugia. Hanno testimoniato, attraverso le loro esperienze, quasi sempre molto tragiche, che il profugo non è un pericolo, ma è in pericolo, come ha ricordato di recente Papa Francesco”. Il cardinale Bassetti ha voluto inserire questo appuntamento all’interno della visita pastorale che sta svolgendo alle comunità parrocchiali della seconda zona dell’arcidiocesi, dove a tutt’oggi sono sorte tre case di accoglienza: “L’Oasi Engaddi”, “Il Pozzo di Giacobbe” e “La Locanda del Don”, attiva tra pochi giorni.

Il cardinale Bassetti afferma: “Cenerò con i nostri ospiti e sarà un momento molto bello, perché ogni incontro, ogni scambio è sempre un arricchimento reciproco. L’accoglienza è nel dna del nostro popolo, perché essendo l’Italia una delle nazioni d’Europa che si affaccia quasi interamente sul Mediterraneo, abbiamo la caratteristica della gente che abita le coste, sempre disposta ad accogliere ciò che il mare offre, soprattutto quando si tratta di intere famiglie, uomini, bambini, donne in attesa di dare alla luce la propria creatura e non poche volte questo avviene sui barconi in condizioni disumane”. Per il porporato “il flusso migratorio è un problema complesso, nuovamente in aumento in queste ultime settimane, ma se si continua a pensare di risolverlo con l’innalzamento di dighe, la storia insegna che anch’esse potrebbero essere travolte a causa di ingiustizie sociali perpetrate nel corso dei secoli, su cui l’Occidente ha anche la propria responsabilità”. “Non è né umano né cristiano opporre rifiuti a coloro che nei propri Paesi sono perseguitati, vittime di violenze e di guerre e ridotti alla fame”.

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