Belgio: una “Marcia contro il terrore” e una partita di “calcio per la pace” a Molenbeek

“Una Marcia contro il terrore e l’odio” e una partita di “Calcio per la pace”. Le comunità ebraiche e musulmane e le diverse Chiese cristiane presenti in Belgio reagiscono così alla “lunga linea di fuoco” che attraversa il mondo ed è arrivata il 22 marzo scorso nel cuore dell’Europa. Per “dire no al terrorismo e sì al vivere insieme”, domenica 17 aprile partirà una marcia dalla Gare Nord di Bruxelles e percorrerà un tragitto di 4 chilometri fino a raggiungere place Fontainasplein. I partecipanti sfileranno con lo slogan “Tous Ensemble – Samen Eén” ed un fiore in mano per “dare un segno di solidarietà alle vittime ed un sengo di unità in questo difficile momento della storia del Belgio”. A promuovere l’iniziativa e quindi a scendere per strada ci saranno tutti i leader religiosi del Paese: l’arcivescovo cattolico di Bruxelles Joseph De Kesel, il metropolita ortodosso del Belgio (Patriarcato ecumenico) Athenagoras, il Rabbino Capo di Bruxelles Albert Guigui, il capo dell’Esecutivo di musulmani in Belgio Salat Echallaoui e Sylvain Peeters di DeMens.nu.

“Il più grande pericolo del terrore – spiegano i promotori dell’iniziativa – è erigere muri, incoraggiare ogni specie di estremismo. e trasformare il nostro mondo in una società divisa . Non permettiamo che ciò accada. Ci ritroveremo uniti perché laddove si fabbricano bombe di frammentazione, è nostra responsabilità salvaguardare l’insieme. Martin Luther King diceva: ‘dobbiamo costruire dighe di coraggio per contenere il flusso della paura’. Le nostre dighe cominciano laddove si abbassano i muri”. Mercoledì 20 aprile nella piazza comunale di Molenbeek (Metro : Compte de Flandre) le comunità religiose e laiche si faranno promotrici di un altro evento, rivolto in modo particolare ai giovani: una partita di “Calcio per la Pace”. L’iniziativa è rivolta a ragazzi dai 15 ai 21 anni. La particolarità del torneo saranno le squadre che per partecipare al torneo dovranno essere formate da giocatori rappresentanti di un minimo di tre convinzioni diverse. “Questa iniziativa – spiegano i promotori – vuole essere una metafora della società attuale ed un’occasione per capire che la vittoria non può ottenersi se non con la collaborazione di tutti in campo”.

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