Patriarca Bartolomeo: lezione ai seminaristi di Molfetta, “il sacerdote deve avere amore per tutto, soprattutto per i più poveri”

“Il sacerdote deve avere amore per tutto, per ogni cosa, per ogni fratello e sorella e soprattutto per i più poveri”. “Troppe volte, i nostri fratelli bussano alla porta della Chiesa, cercando un’àncora di salvezza, ma ci trovano troppo occupati nelle nostre faccende della vita. Leggiamo infatti nel Vangelo di Matteo: ‘In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’”. Lo ha detto questa mattina il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, ai seminaristi di Molfetta. Nell’ambito della sua visita in terra di Puglia e a Bari per la festività di San Nicola, questa mattina il Patriarca si è recato al Pontificio Seminario Teologico Regionale “Pio XI” a Molfetta dove ha tenuto una vera e propria lezione ai seminaristi. Ad accoglierlo c’erano monsignor Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, e don Gianni Caliandro, rettore del Seminario.
“Seguite, ascoltate i vostri maestri, i vostri professori, i vostri padri spirituali, amateli e rispettateli”, ha detto il Patriarca indicando agli aspiranti sacerdoti “cinque percorsi”. Il primo è la formazione teologica che “non significa apprendere solamente delle nozioni offerte dalle varie materie dell’ordinamento degli studi”. “Teologo è colui che prega, è colui che parla delle cose di Dio, non come un osservatore esterno, ma come un vero imitatore, immerso nella conoscenza di Dio”. Poi ci sono la formazione spirituale, che significa “fare esperienza di Dio con il cuore”, la preghiera e la formazione liturgica. “Chi serve all’Altare del Signore deve essere degno di questo servizio, deve essere cosciente, soprattutto nel celebrare la Santa Eucarestia, di essere al cospetto di Dio, del Suo Corpo e del Suo Sangue”. Non “abituiamoci alla Liturgia”, ma viviamola come “fosse la prima e l’ultima e la sola”. Riguardo poi al “servizio ai fratelli”, il Patriarca ha detto: “Nell’epoca dell’appiattimento e della globalizzazione, il sacerdote deve essere vigile sentinella e capire la povertà dell’essere umano, non deve lasciarsi travolgere, ma deve essere porto sicuro per la nave della Chiesa e braccia che accolgono e mai giudicano”. Ultima indicazione è l’amore per l’unità della Chiesa perché – ha affermato Bartolomeo – “da questa terra così ricca di profumo di unità, non deve mancare un impegno tutto particolare a lavorare per il comandamento del Signore: ‘Ut unum sin’”.

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