Padri Trinitari: Bernalda, inaugurato un monumento “manifesto di cultura e inclusione”

“Questo mosaico rappresenta il Cristo che sta liberando un cristiano e un musulmano. In questo piano, addirittura, Cristo include un nero e un musulmano. Un’inclusione delle nuove appartenenze religiose e culturali”. È quanto affermato ieri sera da padre Giulio Cipollone, professore alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, durante l’inaugurazione del monumento posto sulla rotatoria all’ingresso di Bernalda, in provincia di Matera, a poche centinaia di metri dalla Domus dei Padri Trinitari. È “la riproduzione di un mosaico ancora visibile a Roma, dove l’originale è lì da 805 anni”. Vi è raffigurato “un Dio che non si sporca le mani toccando un nero, addirittura un musulmano”, ha continuato padre Cipollone, per il quale “Cristo libera non solo il cristiano, ma anche il musulmano” da una condizione in cui “hanno dei ceppi ai piedi, perché prigionieri. Il cristiano era prigioniero nelle mani dell’Islam, ai tempi delle crociate. Il moro, prigioniero anche lui, ha i ceppi ai piedi, vittima di violenza cristiana”. Si tratta di una “opera unica al mondo – ha notato padre Cipolloni – posta in un luogo, sulla strada, come manifesto programmatico”. “Manifesto di cultura, di amicizia e di inclusione – ha proseguito – davanti al quale, Desmond Tutu, premio Nobel e arcivescovo del Sudafrica, è rimasto inchiodato in preghiera. Disse: ‘finalmente un Cristo che tocca i neri per mano e li mette nel luogo della santità, come i bianchi e i cristiani’”.

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