Bambino su cornicione a Livorno: Griffini (Aibi), “avvocato del minore è la risposta”

“Il bambino di Livorno lasciato solo dal genitore mentre giocava alle slot? Ora siamo tutti scandalizzati dai presunti fatti di Bibbiano, ma la prima domanda ora è: ‘A chi sarà affidato?’. Quello di genitori, se così possiamo chiamarli, che preferiscono il gioco, la droga, l’alcool al loro dovere di educare e far crescere responsabilmente un figlio è purtroppo un tema ricorrente. Ed è il motivo per cui chiediamo l’istituzione della figura di un ‘avvocato del minore’”. Lo sostiene il presidente di Aibi–Amici dei bambini, Marco Griffini, a proposito del bambino salvato dalla polizia mentre camminava sul cornicione di un palazzo di quattro piani.
“Quando accadono fatti drammatici come questo – prosegue Griffini – ben difficilmente si avvia un processo di destituzione della patria potestà e si avvia un lungo e travagliato percorso di affido, in attesa che il genitore naturale mostri segni di ravvedimento. Così viviamo in un Paese chiuso tra due estremi, quello in cui si tolgono i figli ai genitori naturali in pochi giorni, come forse accaduto a Bibbiano, e quello in cui i minori fuori famiglia devono aspettare anche 15 anni per godere della possibilità di essere adottati. Questo avviene anche in virtù della non scritta ‘legge del sangue’, che dice ‘il figlio l’ho fatto io, ne faccio quello che voglio’, alla faccia dei diritti del bambino”.
Entrambe situazioni limite cui Aibi risponde con la proposta di un “avvocato del minore”. “La nostra legge – sottolinea Griffini – prevede, infatti, solo la nomina dell’avvocato del minore nel contesto di procedimenti di adottabilità, mentre noi riteniamo che dovrebbe prevedersi la nomina come obbligatoria dal momento in cui il minore viene per qualsiasi motivo a vivere delle difficoltà che richiedano un intervento istituzionale sul nucleo familiare perché, in linea astratta, tutte le volte che il nucleo familiare ha bisogno di sostegno psicologico, anche temporaneo, dovrebbe avere anche un sostegno legale. Un sostegno che sia terzo rispetto alle altre ‘parti in causa’, ossia i genitori naturali da un lato e il sistema istituzionale, tribunali e servizi sociali, dall’altro”.

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