Diocesi: Torino, termina la venerazione delle reliquie di santa Bernadette. L’arcivescovo Nosiglia, “è stata una iniezione di speranza”

“Credo che queste poche ma intense giornate che abbiamo vissuto a Torino con la venuta delle spoglie di Santa Bernadette abbiano offerto a tanti ammalati e poveri e a tutti noi una iniezione di speranza”. Lo ha detto stamani l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nell’omelia della Messa conclusiva della venerazione delle reliquie di Santa Bernadette, nella parrocchia Gran Madre di Dio. La preghiera a santa Bernadette dei fedeli di Torino è stata rivolta per “chiederle di intercedere per noi e per i nostri cari, ma anche per tutti gli scartati”. L’occasione di queste giornate, secondo l’arcivescovo, “ci consegna un tesoro che resta purtroppo sconosciuto a tante persone, che pure si dicono cristiane o laiche di buona volontà”. “La nostra città è una realtà che è stata segnata dai santi della fede nella Provvidenza di Dio e nella carità verso i poveri, i giovani, i malati e sofferenti e ogni forma di miseria fisica o morale – ha aggiunto -. Abbiamo bisogno però di andare oltre e saper osare di più, come ha fatto Bernadette, sul Vangelo”. Ricordando i “tanti malati o loro parenti che in questi giorni sono venuti a pregare, come si fa a Lourdes”, mons. Nosiglia ha concluso che “questa circostanza ci richiama a una delle situazioni più sentite dalle persone: quella della salute e dunque della sanità”. “Anche su questo versante non mancano nel nostro territorio le eccellenze, sia da parte del personale sanitario che delle strutture, ma nemmeno le criticità, di cui dobbiamo prendere atto e operare perché siano superate”.

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