Carabiniere ucciso a Roma: p. Sedzimir (parroco), “un ragazzo capace di ascoltare i bisogni dell’altro”

“Un ragazzo socievole, con cuore aperto per ascoltare l’altro e dare tutto quello che poteva: aiutare, spiegare, essere presente sempre”. Così padre Casimiro Sedzimir, parroco della chiesa Santa Croce in Santa Maria del Pozzo, a Somma Vesuviana, ricorda al Sir Mario Rega Cerciello, il vicebrigadiere dei carabinieri ucciso ieri notte a Roma e originario della cittadina alle falde del Vesuvio. In quella stessa chiesa era stato battezzato e si era sposato, 44 giorni fa. A celebrare il matrimonio fu proprio il frate francescano. E in quella chiesa lunedì 29 luglio, alle 12, saranno celebrati i funerali di Stato. Padre Casimiro accompagnò Mario in un momento molto difficile della sua vita: “Dieci anni fa perse il papà, Mario si prese la responsabilità di portare avanti la famiglia e, quando stava ancora qui, di aiutare a crescere la piccola sorellina che accompagnava spesso al catechismo”. Il parroco di Somma Vesuviana conosceva il vice brigadiere da 13 anni: “Tornava a Somma Vesuviana, da Roma, ogni due settimane. Dieci anni fa cominciò a svolgere il suo servizio nell’Arma”. Poi, il coronamento del suo sogno d’amore con Rosa Maria. “Da novembre scorso abbiamo fatto nella nostra parrocchia tutto il cammino prematrimoniale, ogni domenica sera. Veniva anche ai ritiri spirituali, quando non era di turno a Roma. Per noi era una grande speranza di una buona famiglia cristiana”.

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