Diocesi: Porto-Santa Rufina, con il progetto “Granello di senape” un gruppo di giovanissimi “dal carcere al lavoro in agricoltura”

Offrire un’occasione di formazione al lavoro a giovanissimi sottoposti a misure, provvedimenti, procedimenti penali o che abbiano appena terminato il percorso in carcere: questo l’obiettivo del progetto “Granello di senape”, promosso dalla Caritas diocesana di Porto-Santa Rufina e portato avanti con la casa famiglia Borgo Amigò, una struttura per adolescenti provenienti dal circuito penale o sottoposti a provvedimenti amministrativi di tipo assistenziale e minori stranieri non accompagnati. Grazie a un bando di Caritas Italiana finanziato dell’8xmille, in collaborazione con l’Ispettorato generale dei cappellani delle carceri italiani, da febbraio 2019, un gruppo di cinque ragazzi hanno prima fatto formazione esperienziale con un coach su autostima, gestione dei conflitti e lavoro in gruppo, poi hanno seguito un corso di agronomia e infine hanno cominciato a lavorare un terreno all’interno di Borgo Amigò. “La lavorazione del campo è partita da zero ed è pensata per essere a lungo termine – spiega al Sir Annalisa Marra, educatrice a Borgo Amigò –. I ragazzi hanno costruito l’impianto idrico e una casetta per gli attrezzi, lavorato la terra e ora stanno costruendo una serra. L’orto dà i primi frutti: peperoni, melanzane, zucchine, basilico, patate, per cui riceviamo anche ordini in cambio di un’offerta libera. L’obiettivo per il futuro è la nascita di una cooperativa che dia lavoro ai ragazzi”. Per ora, i giovani coinvolti percepiscono un rimborso mensile come tirocinio formativo e a ottobre riceveranno l’attestato da agricoltore.

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