Tragedia sulla Palermo-Mazara: mons. Pennisi (Monreale), “la tragica morte di Antony poteva essere evitata”

“Di fronte alla morte prematura di una persona, il vero valore della vita non si desume dal numero degli anni, ma dalla esperienza della misericordia di Dio, dalla qualità delle virtù della persona e dalla certezza che essa ha raggiunto lo scopo per il quale era stata creata cioè l’immergersi nell’abisso dell’amore di Dio”. Lo ha detto oggi l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi, nell’omelia delle esequie, celebrate a Partinico, di Antony Provenzano, il bimbo morto alcuni giorni dopo il fratello Francesco a causa dell’incidente sull’autostrada Palermo-Mazara del Vallo. La vettura era guidata dal padre, adesso in coma, sotto effetto di sostanze stupefacenti. “Unitamente ai sacerdoti e alle comunità ecclesiali di Partinico ci stringiamo con affetto ai familiari di Antony e Francesco, con sentimenti di cristiana solidarietà esprimiamo sgomento per la loro tragica morte, che poteva essere evitata”, ha aggiunto il presule. Che ha invitato a “riflettere con responsabilità sul valore della vita umana, che è messa in pericolo sulle strade da atteggiamenti imprudenti e non rispettosi delle regole del codice della strada, la cui osservanza è finalizzata alla tutela della salute e della vita delle persone e alla promozione di una ordinata convivenza civile”. Incoraggiando i familiari di Antony a “trovare la forza per continuare a vivere anche dopo un lutto”, mons. Pennisi ha affermato che “quando si tratta della scomparsa dalla scena terrena di una persona ancora giovanissima, come nel nostro caso, le emozioni sono più vive e lo sgomento più atroce”. “Da un punto di vista umano non è facile, anzi forse è impossibile dare una risposta al perché di questa morte”. Rivolgendosi alla madre del piccolo, Cristina, l’arcivescovo l’ha incoraggiata a “non piangere”. “Il dolore ti ha sbarrato più volte la strada. Ma non sciupare le tue lacrime. C’è chi conosce le tue lacrime, chi le raccoglie, se tu gliele porgi, e le conta a una a una, e le semina per trarre frutti di consolazione”.

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