Istituto Toniolo: conclusa ad Assisi la Summer School sulla pace. Turra (Ac), “un servizio sostenibile ai beni comuni può partire dalla cura degli ultimi”

Un convegno pubblico ha concluso questa mattina ad Assisi i lavori della Summer School “Building future on peace”, promossa da Istituto di diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo”, Azione Cattolica, Focsiv, Caritas italiana, Missio. “Per costruire un futuro di pace occorre contribuire a un nuovo modello di società che rilevi dal punto di vista relazionale e culturale” ha affermato il giornalista Rai Francesco Giorgino. “Oggi assistiamo a forme preoccupanti di de-socializzazione; la libertà viene concepita in senso assoluto da ciascuno, senza limiti né condizionamenti; la soggettività del desiderio è il paradigma dominante” ha aggiunto. Se di ciò sono responsabili anche i media, è urgente “promuovere un’alleanza strategica fra agenzie di socializzazione per rimettere al centro la persona”. Provocatoria è stata a riflessione di Simone Morandini, coordinatore del Forum Etica civile, che ha affermato come “le nostre città sembrano voler mettere fuori legge il buon samaritano. I diritti del cittadino sembrano violare quelli dell’uomo, a dispetto della ‘città sul monte dove far risplendere le bellezze della città di Dio’ di cui parlava Giorgio La Pira”. Marco Mascia dell’Università di Padova ha proposto una sorta di ‘ricetta’ per un futuro costruito sulla pace: “Un diritto buono e giusto, legittime istituzioni internazionali democratiche e multilaterali, pace come diritto fondamentale delle persone e dei popoli, responsabilità individuale e collettiva” ne sono gli ingredienti. “L’impegno degli Stati in questo senso e a sostegno dell’Onu e di un processo di disarmo è fondamentale”. La riflessione infine di Lucio Turra, amministratore nazionale di Ac, ha messo insieme gestione sostenibile della città e servizio agli ultimi. “La sostenibilità mette in campo criteri che consentono di superare le resistenze in tutte le realtà organizzate. Il servizio alle persone fragili ci aiuta a declinare il servizio ai beni comuni partendo dagli ultimi”. Bisogna allora che la città rimetta “al centro le relazioni di una comunità che sa prendersi cura, rigenerare le relazioni, costruire alleanze”, ha concluso Turra.

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