Campo nomadi Pontelagoscuro: associazioni Ferrara, “sgombero forzato è l’ultimo atto. Garantire sistemazioni dignitose, unità familiare e continuità scolastica”

“Lo sgombero forzato delle famiglie è l’ultimo atto in un percorso che non trova altri sbocchi, dopo che gli stessi siano stati cercati in modo serio e responsabile”. Lo scrivono 47 associazioni ed enti di Ferrara nella lettera inviata al sindaco Alan Fabbri in riferimento alla minaccia di sgombero forzato del campo nomadi di via delle Bonifiche a Pontelagoscuro (Fe). Tra i firmatari anche Centro missionario diocesano, Pastorale Migrantes diocesana, Acli, Agesci, Azione Cattolica, Comunità Papa Giovanni XXIII, Masci, Pax Christi, Rinascita Cristiana, Salesiani cooperatori. Nella missiva, le associazioni “chiedono l’intervento del sindaco di Ferrara per chiarire la situazione presentata in questi ultimi giorni dal vicesindaco Nicola Lodi relativamente a quello da lui stesso definito ‘lo sgombero del campo nomadi’ da effettuarsi entro la fine del mese di luglio, cioè entro una settimana”. Nel campo vivono “cittadini sinti italiani e residenti al campo con regolare autorizzazione comunale dal 1989”; lo sgombero è stato deciso “in tempi strettissimi”, “senza aver preventivamente pensato a come ricollocare gli stessi, addossando l’onere e la responsabilità dell’accoglienza a varie associazioni di volontariato ferraresi” verso le quali “non ci saranno disponibilità di fondi” per “provvedere a trovare una soluzione da sole, sui loro terreni e/o concessioni”. I firmatari chiedono quali siano “le azioni di disponibilità e collaborazione che il Comune di Ferrara ha intenzione di mettere in campo con le associazioni che dovrebbero farsi carico di una situazione di emergenza?”. E ricordano come “sia fondamentale mantenere al centro di azioni delicate, come è lo sgombero di un campo nomadi, il rispetto della dignità e la tutela dei diritti umani di tutte le persone coinvolte, con particolare attenzione a quelli di bambine, bambini e adolescenti che rappresentano la popolazione più vulnerabile e di cui va garantito il superiore interesse”. Le associazioni sottolineano poi che “in caso di sgombero è necessario indicarne la data esatta fornendo alle famiglie un adeguato preavviso in modo che possano prepararsi”. “Agire diversamente – ammoniscono – sarebbe una grave violazione dei diritti umani e la premessa per l’instaurarsi di un clima di tensione e di non collaborazione con le famiglie di italiani sinti cui si chiede un cambiamento radicale”.
Chiedendo al sindaco di “ assumersi la responsabilità di trovare soluzioni che garantiscano sistemazioni dignitose, unità familiare e continuità scolastica prima di tutto”, le associazioni che da decenni operano a Ferrara “ribadiscono la volontà di collaborare con l’amministrazione comunale in percorsi di affiancamento e supporto all’integrazione dei cittadini residenti al campo nomadi” e auspicano che “si possa continuare a dialogare anche con questa amministrazione”.

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