Papa in Marocco: messa allo stadio, “continuare a far crescere la cultura della misericordia”

“Vi incoraggio e vi incito a continuare a far crescere la cultura della misericordia, una cultura in cui nessuno guardi l’altro con indifferenza né giri lo sguardo quando vede la sua sofferenza”. Con questo invito il Papa si è rivolto al piccolo gregge dei cattolici del Marocco, nell’omelia della Messa finale, nel Complesso Sportivo “Principe Moulay Abdellah”. “Continuate a stare vicino ai piccoli e ai poveri, a quelli che sono rifiutati, abbandonati e ignorati, continuate ad essere segno dell’abbraccio e del cuore del Padre”, ha raccomandato Francesco, che poco prima aveva esortato a non cadere “nella tentazione di ridurre la nostra appartenenza di figli a una questione di leggi e proibizioni, di doveri e di adempimenti”. “La nostra appartenenza e la nostra missione non nasceranno da volontarismi, legalismi, relativismi o integrismi, ma da persone credenti che imploreranno ogni giorno con umiltà e costanza: ‘venga il tuo Regno'”, ha spiegato il Papa, esortando a scrivere con la propria vita il “finale aperto” della parabola del padre misericordioso, in cui “vediamo il padre pregare il figlio maggiore di entrare a partecipare alla festa della misericordia”, ma l’evangelista “non dice nulla su quale sia stata la decisione che egli prese. Si sarà aggiunto alla festa? Possiamo pensare che questo finale aperto abbia lo scopo che ogni comunità, ciascuno di noi, possa scriverlo con la sua vita, col suo sguardo e il suo atteggiamento verso gli altri”. “Voglio ringraziarvi per il modo in cui date testimonianza del vangelo della misericordia in queste terre”, l’omaggio di Francesco: “Grazie per gli sforzi compiuti affinché le vostre comunità siano oasi di misericordia”.

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