Giornata del malato: mons. Perego (Ferrara), “una città e il senso della cittadinanza si vedono da come si ha cura dei più deboli”

“Una città e il senso della cittadinanza si vedono da come si ha cura dei più deboli, dei malati: una cura che ha bisogno certamente di una professionalità sul piano medico, ma anche di altre relazioni volontarie che aiutano le persone a vivere una particolare stagione della loro vita e un particolare momento difficile dell’esistenza”. Lo ha detto oggi l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia della messa che ha celebrato per la riapertura della cappella dell’ex-Ospedale Sant’Anna. La chiesa al centro della Casa della salute ‘Cittadella san Rocco’ indica un “luogo particolare di relazione”, ha spiegato il presule. Che ha evidenziato una dinamica: “le persone malate, gli operatori sanitari e i volontari si fermano, chiedono un consiglio, ma anche nella fede e nella preghiera si affidano al Creatore e Signore della storia”. “Il senso religioso accompagna ancora molti nostri malati e credo sia un passo importante l’aver condiviso la necessità di aprire uno spazio dove questo senso religioso possa trovare una libera espressione”, ha affermato l’arcivescovo. Richiamando il messaggio per la Giornata mondiale del malato, che si celebra l’11 febbraio, mons. Perego ha citato Papa Francesco, sottolineando che “nel mondo sanitario il ‘dono’ più importante è forse questa relazione tenera e gratuita, tanto più quando si è soli e disperati nel vivere la sofferenza”. “Anche la chiesa riaperta diventa uno spazio di ascolto e di relazione per vivere la sofferenza”.

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