Venezuela: Tajani, “Ue assuma posizione ferma”. Governo italiano “molto ambiguo”

Roma, 18.02.2019. L'inaugurazione dell'anno accademico all'università' Europea.

“Mi pare inconcepibile che una delegazione di parlamentari europei che dovevano incontrare il presidente dell’Assemblea nazionale e il presidente della Repubblica ad interim riconosciuto dal Parlamento europeo e da gran parte dei Paesi del mondo, siano stati costretti ad abbandonare il Venezuela; sia stato ritirato loro il passaporto e siano stati di fatto espulsi. E’ la conferma che quello di Maduro è un regime dittatoriale e autoritario che non vuole confrontarsi con chi non la pensa come lui”. Così il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, a margine dell’inaugurazione odierna dell’Anno accademico dell’Università europea, risponde a una domanda del Sir sull’ingresso negato dal governo del Venezuela, nell’aeroporto internazionale di Maiquetía, a Caracas, ad una delegazione di eurodeputati del Partito popolare europeo (Ppe) invitata dall’Assemblea nazionale. “Se lo fa con una delegazione di parlamentari europei – prosegue Tajani -, figuriamoci cosa fa con i suoi concittadini. Ecco perché ho chiesto che il ministro degli Esteri e la vicepresidente e l’Alto rappresentante Mogherini prendano una posizione ferma a sostegno della democrazia e della libertà, anche a sostegno del ruolo che il Parlamento europeo svolge anche al di là dei confini Ue per promuovere i valori della democrazia e della libertà”. Quanto al governo italiano, Tajani ne definisce il comportamento “molto ambiguo”. “Non ha fatto una scelta chiara – afferma -; non ha voluto riconoscere il presidente ad interim Guaidó e in base ad una scelta della Costituzione venezuelana ha di fatto aiutato Maduro che ha ringraziato il governo italiano per essersi schierato di fatto dalla sua parte”. Per il presidente del Pe, “non basta dire: vogliamo elezioni; bisogna compiere un passo in avanti. Il governo italiano abbia più coraggio: invece di litigare su diatribe come fare un sondaggio online si preoccupi di difendere i valori e la libertà e la democrazia in un paese dove c’è una delle più grandi colonie di cittadini italiani, dove milioni di persone portano nome e cognome italiano anche se sono poi diventati cittadini venezuelani. Non possiamo non ascoltare il grido di dolore che viene da quel paese”.

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