Giovani ed Europa: Tajani, per immigrazione serve “strategia europea” ma “se qualcuno fugge da guerre o persecuzioni abbiamo il dovere di accoglierlo”

“Se vogliamo affrontare sfide come l’immigrazione possiamo pensare che il flussi si blocchino perché mettiamo due navi in mezzo al mare quando nel 2015 ci saranno due miliardi e mezzo di africani? Occorre investire oggi per combattere il cambiamento climatico con il deserto che mangia ettari ed ettari di terra coltivabile, per non parlare del terrorismo di Boko Haram”. Ne è convinto  il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, intervenuto oggi alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2018- 2019 dell’Università europea di Roma, dedicata a “I Giovani e l’Europa”. Per il fenomeno migratorio, sostiene, “serve una strategia e si può fare solo a livello europeo. Servono almeno 50 miliardi di euro, non possiamo affrontare la situazione a livello nazionale; non abbiamo gli strumenti”. Anche la disoccupazione nel nostro Paese, prosegue, si può contrastare “puntando solo su una politica della crescita che sostenga l’agricoltura, l’artigianato, le professioni, ma va fatto a livello europea. Noi esportiamo beni per 250 miliardi di euro nel mercato interno europeo. Come faremmo se ci fossero dogane e barriere? Abbiamo bisogno di mercati aperti”. Ma l’Europa, chiarisce, “non è solo Bce, euro e grandi infrastrutture. E’ soprattutto la nostra cultura, la nostra civiltà, i diritti e i valori in cui crediamo”. E a proposito dell’accoglienza: “Se non rinforziamo il nostro sentirci europei come pensiamo di poter accogliere? Se c’è qualcuno che fugga da guerre o persecuzioni abbiamo il dovere di accoglierlo. Non possiamo dirci cristiani solo mostrando il Vangelo o il rosario, il Vangelo va letto dalla prima all’ultima pagina”. Allo stesso modo “i crocifissi non vanno tolti dalle scuole. Più siamo forti nella nostra identità, più possiamo accogliere”.

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