Giovani ed Europa: p. Barrajón (rettore), “oggi deve ritrovare la sua anima”. Università “luogo privilegiato”

“Oggi l’Europa deve ritrovare la sua anima. La grande sfida risiede nel ritrovare i propri valori fondativi, la propria anima e la propria missione, di fronte a sé stessa e a tutte le altre nazioni del mondo. Molte di esse ancora guardano all’Europa come fonte di ispirazione, focolaio di cultura, di umanesimo, di forti valori, casa di tradizioni ancora oggi valida per le nuove generazioni”. Lo ha detto padre Pedro Barrajón, rettore dell’Università europea di Roma, nella relazione che questa mattina ha aperto la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2018- 2019 dell’Ateneo – il tredicesimo dalla sua fondazione – dedicata a “I Giovani e l’Europa”. “L’Università europea di Roma richiama, orgogliosamente all’interno della propria denominazione, l’appartenenza al nostro amato e complesso continente”, ha esordito il rettore ripercorrendo la nascita dell’Unione europea e le figure dei suoi padri fondatori, in particolare Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman. “È proprio il concetto di dignità della persona umana, la chiave di volta nella costruzione dell’Europa”, ha detto Barrajón riproponendo l’interrogativo posto da Papa Francesco nel suo discorso al Parlamento europeo riunito a Strasburgo nel novembre 2014: “Come dunque ridare speranza al futuro, così che, a partire dalle giovani generazioni, si ritrovi la fiducia per perseguire il grande ideale di un’Europa unita e in pace?”. “Sono certamente i politici che devono fornire una risposta immediata, nella quale siamo coinvolti anche tutti noi, cittadini europei. È, pertanto, in gioco il futuro dell’Europa ed il suo contributo all’umanità”, la replica del rettore secondo il quale un “luogo privilegiato” per dare “una concreta risposta a tale quesito è rappresentato sicuramente dalle università, in quanto luoghi del pensiero, della creatività e delle nuove proposte che guardano al futuro con chiaroveggenza e speranza. Soltanto così l’Europa potrà raggiungere effettivamente la realizzazione dell’ideale che sta dietro al suo motto ‘unità nella diversità’”.

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