Nigeria: Msf, “accolti nelle famiglie migliaia di camerunesi in fuga”. Nello Stato di Cross River “bisogni medici enormi”

Decine di migliaia di persone stanno fuggendo dalle violenze nelle regioni del nord-ovest e sud-ovest del Camerun, per cercare rifugio in Nigeria meridionale, nello Stato di Cross River, dove prima ancora che nei campi profughi sono stati accolti nelle case delle comunità locali. Medici senza frontiere (Msf) ha avviato una risposta di emergenza per fornire assistenza sia ai rifugiati sia alle comunità che li ospitano.
Questo esodo poco conosciuto, spiega Msf, è iniziato dopo l’acuirsi di tensioni politiche che hanno portato alla proclamazione di uno Stato indipendente da parte delle forze armate secessioniste e alla conseguente reazione dell’esercito nazionale. Nonostante il continuo aumento delle violenze, la risposta da parte della comunità internazionale è stata esigua sia in Camerun, dove l’accesso alle organizzazioni umanitarie è gravemente limitato, sia in Nigeria.
“Da più di un anno c’è una crisi politica in Camerun che ha spinto molte persone ad attraversare il confine e ad entrare in Nigeria. La cosa sorprendente è che i nigeriani sono stati straordinariamente ospitali con le comunità camerunensi”, dichiara Elisa Capponi, promotrice della salute di Msf nello stato di Cross River.
Oggi si contano 437.000 persone sfollate nelle regioni sud-occidentale e nord-occidentale del Camerun, in gran parte fuggite nella boscaglia dove vivono in condizioni precarie, senza adeguato accesso a ripari, cibo, acqua e servizi sanitari. Qui Msf supporta le strutture e lo staff medico locale, in particolare nelle aree rurali e periferiche dove i picchi di violenza impediscono alle persone di raggiungere le cure. Sono invece 30.000 i rifugiati che hanno trovato riparo nello Stato di Cross River, in Nigeria, dove il 75% dei rifugiati sono donne, bambini o anziani, affetti da problemi medici legati alle difficili condizioni di vita.
Quando i primi rifugiati camerunesi hanno iniziato ad attraversare il confine verso la Nigeria, dipendevano completamente dall’aiuto degli abitanti dei villaggi locali, le cui condizioni erano già difficili. Ma grazie alla vicinanza geografica e ai legami storici tra le due aree, i rifugiati sono stati bene accolti.
Mentre alcuni dei rifugiati vivono ancora nei villaggi al confine nigeriano insieme agli abitanti del posto, altri sono stati trasferiti in campi per i rifugiati. Il campo di Adagom, gestito dall’Unhcr, è stato costruito a metà agosto 2018. A dicembre, c’erano già più di 6.400 persone.
Per Precious Mudama, dottore che opera nelle cliniche mobili di Msf nello Stato di Cross River, i bisogni medici delle persone sono enormi. “Le nostre équipe mobili visitano in media 120-150 pazienti al giorno, di cui l’80% sono rifugiati e il 20% membri delle comunità ospitanti. Prima dell’arrivo di Msf, la situazione era drammatica, il sistema sanitario locale era allo stremo e mancavano personale e materiali per prendersi cura delle persone”.

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