Russia: Amnesty, “su vittime in Siria raggiunto nuovo picco di ipocrisia”

In un’intervista rilasciata a Fox News al termine del vertice di Helsinki del 16 luglio, il presidente russo Vladimir Putin ha posto l’accento sull’elevato numero di vittime civili provocato dagli attacchi aerei della coalizione a guida Usa contro la città siriana di Raqqa. “La condotta della coalizione a guida Usa nei quattro mesi di offensiva su Raqqa deve essere assolutamente indagata. Le nostre ricerche sul campo hanno rivelato che i bombardamenti impiegati per strappare la città allo Stato islamico hanno causato centinaia di morti e migliaia di feriti. La coalizione deve aggiornare il suo elenco di vittime civili e preparare la strada per indagini degne di questo nome e risarcimenti: se non rimedierà ai suoi errori, tenderà a ripeterli”, ha dichiarato Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International. “Ma le parole del presidente Putin – ha precisato -, che ha usato i morti di Raqqa per deviare l’attenzione dal ruolo avuto dalla Russia nelle orribili violazioni che in Siria hanno causato decine di migliaia di vittime e milioni di profughi, vanno oltre il cinismo”. Amnesty ha ripetutamente documentato violazioni del diritto internazionale umanitario, equivalenti a crimini di guerra, “da parte delle forze russe e siriane, come i bombardamenti degli ospedali e l’uso di munizioni bandite a livello internazionale come le bombe a grappolo. La Russia ha avuto un ruolo importante nell’ostacolare l’accertamento delle responsabilità e lo svolgimento di indagini indipendenti sugli attacchi con le armi chimiche”, ha proseguito Maalouf. “Le parole elusive del presidente Putin – ha concluso – non serviranno in alcun modo a salvare vite umane. Per prevenire ulteriori bagni di sangue tra la popolazione civile siriana, le forze armate russe e le loro autorità di governo dovrebbero attenersi alle leggi di guerra, assicurare che gli aiuti umanitari raggiungano i civili in difficoltà e cessare di intralciare gli sforzi internazionali per indagare e processare i responsabili di crimini di diritto internazionale”.

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