Infanzia: Caffo (Telefono Azzurro), “la grande sfida è il digitale”

Telefono Azzurro chiude il bilancio sociale 2017 in positivo. Crescono i proventi per il finanziamento di progetti, le campagne nazionali, i contributi di aziende, banche e fondazioni. I dati dell’organizzazione attiva da 31 anni sono stati presentati oggi pomeriggio a Roma. “L’ascolto dei bambini – ha commentato il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo – deve essere costante. L’ascolto per noi è stato fin dall’inizio telefonico ma stiamo cercando di lavorare anche nella rete internet. Quello che è importante per noi è intervenire dopo l’ascolto. La tutela dei bambini passa anche attraverso la rete che è stata creata con le aziende e le altre associazioni internazionali”. Attraverso i due numeri di telefono storici dell’associazione sono stati gestiti migliaia di casi. In particolare con la linea gratuita 1.96.96, nel 2017 sono stati 2.800 i contatti, mentre con il numero 114 di emergenza 1.301. “Il nostro servizio – ha continuato Caffo – è nato in un piccolo appartamento a Bologna. Avevamo tanti elenchi telefonici per dare subito i numeri dei servizi. In trenta anni abbiamo aiutato più di 72mila bambini e adolescenti. Oggi il canale più frequente è la chat (www.azzurro.it)”. In base al bilancio sociale 2017 infatti il canale on line ha raccolto 5.631 contatti e registrato 1.231 richieste di aiuto gestite. “Stiamo lavorando – ha osservato – a nuovi strumenti di comunicazione. Uno degli ultimi temi è stato il cyberbullismo. La confidenzialità della linea di ascolto ci ha permesso di intercettarlo per primi. L’approvazione della legge è stata faticosa e vorremmo che fosse attivata la commissione per il contrasto. Altro capitolo è la lotta alla pedofilia. In questo caso, nella Chiesa cattolica e in particolare nel Pontefice abbiamo trovato un referente importante. Per intercettare gli adolescenti, vogliamo creare delle alleanze con chi detiene i canali di contatto come i social. Per il tema dei ragazzi scomparsi – ha proseguito -, l’attualità ha spostato l’attenzione sui migranti minori non accompagnati. La missione di Telefono Azzurro è portata avanti grazie ai volontari oggi divisi in 34 gruppi locali. Il lavoro è quotidiano, fatto di tante persone in cui prevalgono le donne. La grande sfida ora – ha concluso – è il digitale perché la tutela richiede competenze sempre maggiori.”.

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