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Grecia: Alverti (Caritas), “la qualità della vita è peggiorata. Tanti sacrifici ma non vediamo luce in fondo al tunnel”

Maria Alverti, direttrice generale di Caritas Grecia (foto Sir/Rocchi)

(da Atene) “La situazione resta difficile. Ancora non riusciamo a camminare da soli. I numeri indicano un’uscita dalla crisi ma la qualità della vita dei greci oggi è peggiorata. Abbiamo fatto e continuiamo a fare tanti sacrifici ma non vediamo luce in fondo al tunnel”. Così Maria Alverti, direttrice generale di Caritas Grecia, parla al Sir della prossima uscita, il 20 agosto, del suo Paese dal programma di aiuti della Troika, avviato a maggio del 2010 per evitare la bancarotta. Ue, Fmi e Bce hanno erogato alla Grecia, in otto anni, 288,7 miliardi di euro, prestiti che il Paese ellenico è chiamato a ripagare mettendo in campo una serie di dure riforme e tagli alla spesa pubblica. Ma dopo otto anni di cure drastiche, la Grecia non è guarita dalla sua crisi. “Non è una questione di cibo che non manca – spiega la direttrice generale della Caritas – ma la gente è stressata e angosciata perché non sa come pagare le bollette. La vita di tutti i giorni presenta ostacoli enormi per la mancanza di lavoro, per un sistema sanitario che non offre più cure sanitarie adeguate se non a pagamento, gli stipendi sono stati decurtati, le tasse sono oltre il 60%, abbiamo subito tagli alle pensioni e allo stato sociale”. Un programma di austerity che, sottolinea Alverti, ha allontanato le persone dalla politica: “I greci hanno perso fiducia nei loro governanti e soprattutto nell’Unione europea”. Nelle pieghe della crisi economica greca se ne legge un’altra molto avvertita, e non solo in Grecia: “I greci si sentono traditi dall’Ue non solo per la politiche di austerity imposte al Paese ma anche perché ritengono di essere stati abbandonati a se stessi davanti alle ondate migratorie”. Oggi il fronte di questa crisi migratoria porta il nome delle isole di Lesbos, Chios, Samos, Kos, dove sono stati collocati gli hotspots per la registrazione degli arrivi e dove sono bloccati, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, 13mila dei circa 50mila migranti e richiedenti asilo in Grecia. “La società greca è inerte davanti a tutto ciò e pare non reagire. E così facendo i greci non onorano la loro grande storia. La crescita dell’estrema destra, come il partito Alba dorata, nasce proprio da questo sentimento”. Per Alverti, “le misure della Troika dovevano essere condivise e non solo imposte. Abbiamo avuto 16 tagli di pensioni, le misure sono state pagate dal popolo non certo dai nostri politici. Adesso stanno provando a ridurre gli stipendi al livello dei Paesi balcanici ma i prezzi aumentano risultando molto più alti di quelli di altre nazioni europee”. Tra i più vulnerabili oggi in Grecia ci sono i giovani: “Dal 2010 oltre 500mila hanno lasciato il Paese. Chi è rimasto e ha trovato un lavoro viene pagato circa 400 euro al mese, spesso anche in nero. Così non si vive. Non possono essere indipendenti, pagarsi l’assicurazione e spendere per alimentare consumi e commercio. Sono tanti i giovani scoraggiati che hanno, per questo motivo, rinunciato anche a lavorare. La gente oggi piange per il benessere di cui godeva prima della crisi. La disoccupazione giovanile supera il 40%. Il rischio di ritrovarsi un Paese di anziani è reale. E così risanare l’economia e pagare i debiti sarà impossibile”.

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