Lavoro: Acli, “5 milioni gli italiani all’estero per motivi professionali”

“Sono oltre 5 milioni gli italiani all’estero – gli ultimi 125mila migrati nel solo 2017 – in fuga dalla Penisola per motivi professionali”. È il dato diffuso dalle Acli che domani, 1° maggio, saranno a Parigi per conoscere meglio le famiglie italiane all’estero e per offrire loro servizi sempre più vicini ai bisogni reali degli italiani all’estero per lavoro. A questo obiettivo è rivolta la ricerca “Expat, lavoro e famiglia in Europa”, affidata a IREF, e che viene lanciata oggi dalla Federazione delle Acli internazionali. “I dati statistici – si legge in una nota – saranno raccolti attraverso circa 10.000 questionari somministrati al target delle famiglie e raccolti dagli uffici Patronato e Caf delle 13 città coinvolte: da New York a Londra, passando per Parigi, Melbourne, Bruxelles, sino ad arrivare a San Paolo e Buenos Aires”. “Lo scopo di questa ricerca – prosegue la nota – è raccogliere le impressioni e i bisogni di chi è migrato dall’Italia all’estero ed è residente da almeno 6 mesi in una delle città che offrono servizi Acli”.
“L’obiettivo – spiega Matteo Bracciali, vicepresidente delle Acli internazionali – è rinnovare la nostra missione di tutela e sostegno alle marginalità rispetto alla migrazione, che è cambiata profondamente, ma che porta sempre con sé fragilità e paure”. Il tutto per implementare e migliorare i servizi delle Acli offerti agli italiani expat e alle loro famiglie, ma soprattutto ai giovani, che costituiscono la parte maggiore degli italiani in mobilità permanente verso altri Paesi. “Il futuro dell’Europa deve basarsi sui giovani”, afferma il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, secondo cui “la vera sfida che abbiamo davanti è quella di lavorare con determinazione al rafforzamento della dimensione sociale europea, affinché le stesse opportunità siano accessibili a tutti i cittadini dell’Unione e, in particolare, alle giovani generazioni. Per questo è importante che i principi e i diritti stabiliti dal Pilastro sociale europeo trovino una rapida applicazione”.

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