Suicidio assistito: card. Bassetti (Cei), “nessuna legge umana è perfetta”. “Rispettare il malato, ma anche il medico deve avere una gran parte”

foto SIR/Marco Calvarese

“Nessuna legge umana è perfetta, solo la legge divina lo è. Quello che si può perfezionare, si perfezioni”. Il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha risposto in questi termini ad una domanda dei giornalisti sulla decisione della Consulta, che sul caso Cappato, ha chiesto all’Italia di emanare, entro un anno, una legge sul suicidio assistito, per colmare l’attuale vuoto legislativo. “La legge sul fine vita non è chiara fino in fondo”, ha detto il cardinale, a margine del briefing odierno sul Sinodo in sala stampa vaticana: “Ci vogliono alcune esplicitazioni logiche”, ha aggiunto. “Bisogna rispettare il malato, ma bisogna anche che il medico abbia una gran parte”, la tesi del porporato, che ha fatto notare come “quando i malati affrontano il fine-vita, non pensano più quello che pensavano dieci anni prima”. Bassetti ha citato un recente esempio concreto, tratto dall’esperienza di un malato terminale che è andato a trovare in un hospice, il quale chiedeva ai medici di aiutarlo “a vivere un po’ di più, per poter vedere l’esame del suo nipotino”. “Uno ha desiderio di vivere, non di morire”, il commento del cardinale, secondo il quale “sono veramente eccezionali i casi contrari”. “E se anche qualcuno, preso dalla disperazione, ha desiderio di morire, la Chiesa ha il dovere di accompagnarlo. Dobbiamo essere dei ‘buoni samaritani’ fino in fondo, perché è la solitudine che porta a tali decisioni”.

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