Sinodo 2018: mons. Fragnelli (Trapani), “Azione Cattolica ci aiuti a creare ponti fra Chiese e realtà differenti”

“Il Sinodo mi ha aiutato a precisare il linguaggio. Dobbiamo eliminare la ‘e’ tra Chiesa e giovani, che evidentemente non sono realtà diverse. Dobbiamo inoltre togliere la preposizione ‘per’ i giovani quando si parla di iniziative pastorali, perché ne sono parte attiva e protagonisti e devono esserlo sempre di più”. Così mons. Gualtiero Sigismondi, assistente generale di Azione Cattolica, che è intervenuto alla serata promossa da Ac. “Quando si parla di ‘evento’ a me vengono alla mente gli eventi della salvezza. Il Sinodo – aggiunge – è stato a mio avviso un evento e un processo”.

Altri due vescovi italiani hanno portato la loro testimonianza sull’esperienza al Sinodo. Mons. Nicolò Anselmi, ausiliare di Genova, sintetizza le sfide dell’Assemblea dei vescovi per il Paese: “L’Italia sa che la sinodalità è la strada. Serve una consapevolezza dell’importanza dei giovani nella vita della Chiesa. Torniamo nelle comunità scegliendo di fare le cose insieme. Anche con chi è lontano. L’altro è sempre un dono. Le cose fatte insieme sono più nel cuore di Gesù”. Il vescovo di Trapani, mons. Pietro Maria Fragnelli, lancia un messaggio diretto all’Azione Cattolica: “Stasera riconsegniamo all’Ac una sinergia con il mondo intero. In una Sicilia dove la cultura mafiosa è una costante, la formazione va vista come servizio. Chiedo all’Ac di aiutarci a creare ponti tra Chiese e realtà differenti. Bisogna osare. Questo è importante per il dopo Sinodo”.

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