Decreto immigrazione e sicurezza: organizzazioni medico-umanitarie a Parlamento, “correggerlo per garantire diritto a salute”

“La tutela della salute si realizza attraverso un pieno accesso ai servizi sanitari, ma anche attraverso la tutela di condizioni sociali come casa, reddito, istruzione, ambiente di vita e di lavoro, che determinano la salute fisica e mentale delle persone. Il decreto mina seriamente tutto questo”. Lo affermano, in una lettera sul Decreto immigrazione e sicurezza inviata oggi al Parlamento, le principali organizzazioni medico-umanitarie italiane che denunciano “serie implicazioni per il diritto alla salute di migranti, richiedenti asilo e rifugiati”, dovute a misure come l’abrogazione del permesso umanitario, la riforma del sistema Sprar, l’allungamento dei tempi di trattenimento o il cosiddetto Daspo urbano. L’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari “porterà un maggiore tasso di irregolarità e una conseguente maggiore vulnerabilità in termini di salute”, scrivono i firmatari del documento. Altrettanto preoccupante la riforma del sistema di accoglienza Sprar che “sarà destinato esclusivamente alle persone titolari di protezione internazionale e dei nuovi permessi di soggiorno per casi speciali, nonché ai minori stranieri non accompagnati”. In questo modo i richiedenti asilo “resteranno esclusi dai percorsi di formazione e integrazione e costretti a lunghe permanenze nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas), con ripercussioni anche gravi in termini di salute fisica e psichica”.
Ulteriori elementi critici l’allungamento dei tempi di trattenimento negli hotspot e nei Centri di permanenza e rimpatrio (ex Cie); la mancata iscrizione all’anagrafe dei residenti che, nonostante le rassicurazioni, rappresenta di fatto un ostacolo per l’iscrizione al Ssn; il divieto di ingresso in alcune aree delle città (il cosiddetto Daspo urbano) che, applicato ai presidi ospedalieri, ostacola l’accesso alle cure, limitando i diritti costituzionali e violando il codice di deontologia medica.
La lettera – sottoscritta fra gli altri da Centro Astalli, Emergency, Società italiana di medicina delle migrazioni, Medici senza frontiere – è stata inviata ai presidenti dei Gruppi parlamentari di Camera dei deputati e Senato della Repubblica e per conoscenza ai presidenti di Camera e Senato e ai ministri dell’Interno e della Salute. Molte criticità indicate sono già state sottoposte all’attenzione del Parlamento, in sede di audizione alla Commissione Affari costituzionali del Senato, e sono ora incorporate in proposte di emendamento avanzate da alcuni parlamentari. In caso di mancato emendamento nella direzione auspicata, le organizzazioni firmatarie esprimono la loro ferma opposizione alla conversione in legge del decreto.

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