Media: mons. Savino (Cassano all’Jonio), “su internet il sensazionalismo banalizza tutto pur di essere rumoroso e visibile”

“Oggi si tende a credere che una società più informatizzata sia una società più informata. Su Internet, lungo le nuove, prodigiose autostrade elettroniche, tra insidie e sicurezze, il futuro, anzi già il presente, sta giocando la sua partita più grande e non un ‘sapere’, ma un indistinto ‘rumore universale’, un sensazionalismo banalizza tutto pur di essere rumoroso e visibile” e “rischia di omologare il nostro destino”. Lo scrive mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, nel suo messaggio ai giornalisti in occasione della festa del patrono san Francesco di Sales. Il presule ricorda l’invito di Papa Francesco “a spezzare una spirale, che, soprattutto sui social media, si alimenta di emozioni negative come la paura, il disprezzo e la rabbia, innescate dalla spettacolarizzazione dei drammi del mondo globale. Penso, innanzitutto, alla tragedia dell’immigrazione”. Parlando delle insidie e degli inganni del web, mons. Savino ha ribadito come piuttosto “il grande mutamento può svolgersi sotto il segno di una libertà creatrice di straordinarie opportunità, capaci di produrre un generale arricchimento di conoscenza”. Ma “possono farsi strada, anzi già invadono la nostra vita, forme di controllo e di concentrazione, violazioni dei valori convenuti, con perdite, anche gravi, di remore morali, attentati alla privatezza, denunce incontrollate, notizie strumentali, volte a creare condizioni di pericolo personale e sociale”. Nasce così “l’abitudine alle costruzioni infondate, alle sistemazioni approssimative, alle suggestioni fuorvianti, che invadono molti aspetti pubblici e privati dell’esistenza”. Infine, l’invito ai giornalisti a costruire un “giornalismo di pace” e a “farsi prossimo” rispetto “a ogni uomo o donna di cui debba occuparsi nell’esercizio della professione”. “Il giornalista onesto, che racconta con rigore e professionalità la sua comunità, la sua regione, la sua terra è un operatore di giustizia – spiega il vescovo -. In questi tempi, l’invadenza del web rischia di isolare anche i cronisti della stampa locale dal proprio territorio, dai destinatari primi del vostro servizio di informazione: le persone, gli uomini e le donne del nostro tempo”. Per “essere servitori della vostra terra, della vostra gente” è quindi necessario “un supplemento d’amore, prima che di formazione e di professionalità”.

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