Anniversario Dalla Chiesa: mons. Marcianò (ordinario militare), “per vincere il male c’è bisogno di una nuova mentalità”

“Come il male si ramifica, si complica, esplode in crudeltà inedite, così il bene si amplia, si approfondisce, si fa sempre più risplendente di luce, apportatore di vita, suscitatore di perdono e speranza. È stato così per Carlo Alberto Dalla Chiesa: un bene seminato nella missione di difesa dei cittadini, delle Istituzioni, del Paese, e poi espanso sempre più”. Lo ha affermato ieri mons. Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia, nel corso della celebrazione eucaristica che ha presieduto a Parma in occasione del 35° anniversario dell’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Manuela Setti Carraro e dell’Agente della Polizia, Domenico Russo. Nell’omelia, mons. Marcianò parlando del generale Dalla Chiesa ha osservato che “nella parabola della sua vita come nella parabola evangelica, c’è una vittoria autentica, paradossale, feconda: la vittoria del bene sul male, possibile solo quando il male non si combatta con le sue stesse armi ma si entri in pieno nella lotta, assumendo tutti i contrasti che la colorano”. “Omicidi come il suo”, ha proseguito l’ordinario militare, “lasciano in un primo istante sgomenti e sconfitti, disillusi e bloccati, quasi che il male abbia definitivamente vinto. Poi, lentamente, fanno intravedere un bene, risvegliano un fuoco che essi stessi avevano acceso”. Gesù – ha rilevato mons. Marcianò – “non ci vuole vittime né conniventi con il trionfo del male, delle cose sulle persone, dell’interesse privato sul bene comune, dell’egoismo sulla custodia del creato, della chiusura comoda sull’accoglienza integrata e organizzata”. Per questo – ha aggiunto – “per vincere il male c’è bisogno di una nuova mentalità, di una cultura che l’Arma dei Carabinieri, assieme al mondo militare italiano, sta cercando di infondere nella nostra Nazione come pure, e sempre più, oltre i nostri confini”. “Servendo il bene e la pace – ha concluso l’arcivescovo – il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ha servito il Signore, Lo ha aiutato a far abitare nella città terrena quella giustizia che è la caratteristica della città del Cielo. Lo ha fatto nella vita e nella morte: noi lo riconosciamo e come comunità ecclesiale, assieme all’intera Nazione, gridiamo oggi un ‘grazie’ debitore e commosso”.

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