Sinodo giovani: Di Pietro (docente), “Sportello salute” per gli studenti. Frequenti stress e stili di vita non sani

Per molti giovani gli studi universitari comportano “un trasferimento geografico, una vita nuova fuori casa, la sperimentazione di nuove relazioni. Soprattutto chi vive in situazioni protette manifesta una certa difficoltà a proiettarsi all’esterno” e questi cambiamenti di vita “possono essere associati a stress dal punto di vista fisico e psicologico”. A farlo notare è Maria Luisa Di Pietro, docente alla Facoltà di medicina dell’Università cattolica, che questa mattina ha presentato uno studio sugli stili di vita degli universitari. Prendendo la parola al seminario “In un cuore intelligente risiede la sapienza. Giovani, università e discernimento” in corso presso l’Ateneo fino al 14 settembre, Di Pietro illustra il progetto “Sportello salute giovani”, attivato dal 2011 al 2014  per prevenire comportamenti a rischio e indirizzare i giovani alle strutture idonee secondo le diverse esigenze. Il progetto è stato attuato attraverso cinque fasi. Gli sportelli sono rimasti aperti da dicembre 2011 a marzo 2013 offrendo servizi di medicina generale, ginecologia, andrologia, psichiatria, counselling psicologico, richieste su stili di vita salutari (alimentazione e sport).
Dai questionari somministrati in via preliminare in tredici università di sette regioni italiane (12mila distribuiti; 9.200 raccolti) emerge, fra l’altro, che il consumo di sostanze energizzanti tra gli studenti è molto più elevato che quello di frutta e verdure. L’11,2% è in sovrappeso, il 25,8% non svolge attività fisica, lo 0,9% consuma sostanze dopanti. Il 24% fuma sigarette, il 40% dichiara di avere fumato almeno una canna negli ultimi due mesi; il 2% ha usato altre droghe (cocaina); l’89% beve in modo raro birra vino o alcol, il 42% ogni settimana. Per quanto riguarda i comportamenti sessuali; il 19,7% ha “debuttato” prima dei 15 anni, il 66,4% usa contraccettivi, il 74% ha rapporti sessuali ma il 18,5% delle ragazze e il 13% dei ragazzi non ne ha mai avuto. Mentre il 21,6% delle studentesse ha usato la “contraccezione d’emergenza”, la salute riproduttiva risulta generalmente trascurata, soprattutto dai maschi: il 66% dei ragazzi non è mai andato dall’andrologo, e quando viene diagnosticato un problema di infertilità in età adulta è spesso troppo tardi per intervenire.

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