Giovani: Vacchina (Acli), “i più penalizzati fra tutti i lavoratori che hanno difficoltà”

“Fra tutti i lavoratori che hanno difficoltà i giovani sono assolutamente più penalizzati degli altri”. Lo ha affermato questa mattina Paola Vacchina, responsabile Ufficio studi e ricerche Acli e membro del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), presentando il “Pacchetto formazione”, una serie di proposte di legge su lavoro e formazione formulate dalle Acli, nel corso della conferenza stampa in cui, alla Camera dei deputati, si sono anticipati alcuni temi al centro del 50° incontro nazionale di studi delle Acli che si svolgerà dal 14 al 16 settembre a Napoli. Per confermare quanto i giovani italiani siano penalizzati, Vacchina ha citato un paio di dati: “La disoccupazione generale in Germania è a giugno 2017 del 3,8% e quella giovanile pari a 6,7%; in Italia quella generale era l’11,1%, quella giovanile al 35,4%. Una differenza enorme”. Presentando brevemente alcune proposte elaborate dalle Acli, Vacchina ha sottolineato che “chiediamo al nostro Paese di investire su un piano strategico per la formazione professionale a cominciare dalle nuove generazioni. Perché un’infrastruttura solida è utile anche per le generazioni adulte in vista di quei processi che nei prossimi anni chiederanno riqualificazione e riconversione di tanti lavoratori maturi che rischieranno di essere espulsi dal nuovo mercato del lavoro”. “È stata un’ottima cosa – ha spiegato – riavvicinare la scuola al lavoro, ma questa è solo una gamba e per correre ce ne vogliono due”. “L’altra gamba troppo debole – ha proseguito – è la formazione professionale (formazione terziaria ma non accademica)”. “Con il ‘jobs act’ abbiamo avuto un investimento sulle politiche attive del lavoro e una riforma dell’apprendistato”. “Bisogna rafforzare e rendere stabiliti i finanziamenti così come permettere la diffusione dell’Ifp (Istruzione e formazione professionale) in tutte le Regioni d’Italia”. “Una riflessione – ha continuato Vacchina – riguarda la ‘Garanzia giovani’, per far sì che la seconda fase possa orientarsi maggiormente all’inserimento concreto nel mercato del lavoro e alla formazione anche perché i giovani presi in carico possano acquisire il diploma”. Rispetto “ai lavoratori della ‘gig economy’ che sono molto esposti e vanno presi in considerazione per estendere a loro tutte le tutele e le garanzie”. C’è poi la proposta di “rimuovere il vincolo per l’uso di carattere non commerciale dei beni pubblici in disuso o confiscati alle mafie” consentendo l’accesso “ad imprese sociali di giovani che creano lavoro per creare occupazione per altri giovani”. Vacchina ha anche anticipato che altre misure riguardano l’“attenzione alle donne” e una “riflessione sul ‘lavoro solidale’, quello volontario al confine con altre forme di lavoro”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy