Sale della Comunità: mons. Viganò (Santa Sede), “spazio privilegiato per una pastorale dalle porte spalancate”

“La Sala della Comunità è uno spazio privilegiato per una pastorale ‘dalle porte spalancate’, per una prassi ecclesiale che adotta i criteri dell’‘ospedale da campo’. È uno spazio nel quale ci si fa compagni di viaggio nel tempo dei processi di esperienze che nascono e maturano, dove la Chiesa mostra un volto gioioso, disponibile al dialogo, dove il Vangelo viene offerto, narrato e testimoniato”. È quanto scrive mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione (SpC), nel volume “I nuovi Cinema Paradiso” (Vita e Pensiero) che verrà presentato domani all’Università Cattolica di Milano. Per Viganò, “la Sala della Comunità diviene esperienza per poter gustare l’incrocio e, a volte l’incontro, tra il Vangelo della misericordia e della gioia con l’umano di uomini e donne impegnati nella tessitura del proprio quotidiano”. Per questo, prosegue, “progettare una Sala della Comunità, connessa e impegnata con la comunità cristiana con metodologie e contenuti vari, nel raggiungimento di un traguardo di incontro, significa offrire un segnale chiaro di cambiamento ecclesiale”. “Incoraggiati dalle indicazioni di Papa Francesco – osserva il prefetto – non possiamo più pensare a porte aperte per alcuni e non per altri, addirittura con orari diversi, divisi per categorie, ma lo spazio della comunità è necessariamente accessibile a tutti, per imparare a vivere insieme, cercare il bello e il buono che abita il cuore di ogni persona”. Per questo Viganò invita a sognare “la Sala della Comunità come luogo aperto a tutti” e “come luogo di relazioni”.

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