Ong e salvataggi: Msf, “se ci chiedessero di lavorare con polizia e armi a bordo diremmo di no”

“Noi non lavoreremmo mai con la polizia giudiziaria e con armi a bordo perché la nostra azione umanitaria è indipendente e neutrale. Se poi lo Stato italiano deciderà” in questo senso, “prenderemo le nostre contromisure”. Così oggi pomeriggio Loris De Filippi, presidente di Medici senza frontiere Italia, dopo l’audizione in Senato, ha risposto alle domande della stampa a proposito di una proposta di legge annunciata oggi sul blog del Movimento 5 Stelle, nell’ambito del dibattito su Ong e migranti: la legge consentirebbe alle Procure di avvalersi della Polizia giudiziaria sulle navi della guardia costiera e navi militari per “indagare sul business dell’immigrazione clandestina”. “Se chiedessero anche a noi di far salire armi a bordo diremmo di no – ha precisato -. Le Ong non sono una risposta politica a fenomeni complicati della geopolitica che producono migranti, questo i politici non lo capiscono. Noi rispondiamo all’incapacità dell’Ue e dell’Italia di rispondere al problema dei morti in mare”. In merito alle accuse del procuratore di Catania, ha ribadito De Filippi, “ci auguriamo che nel più breve tempo possibile le prove vengano fuori. Non abbiamo nulla da dire sulle indagini ma molto da dire sulle strumentalizzazioni politiche: è gravissimo distogliere l’attenzione dalle vere cause del problema, ossia l’inefficienza europea nel gestire i flussi. In questo modo le persone crederanno sempre di meno alle Ong. Cosa impareranno i ragazzi: dov’è l’impegno la solidarietà, la compassione? Chiediamo ai politici di usare prudenza, rispetto e riserbo e non creare questa montagna infame di pattume che sta investendo l’intero mondo dell’umanitario”.

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