Natale: mons. Tisi (Trento), “le nostre parole riprendano verità, incisività e creatività”

“La parola è un vero miracolo, una realtà straordinaria: è vita e dà vita. Molti sono però i rischi nell’uso della parola. Tra questi, che si pensi di aver fatto qualcosa solo perché se n’è parlato. Il timore che la parola, da forza creatrice, si spenga e divenga suono sordo, vuoto, senz’anima, è forte. Possono fare questa fine anche gli auguri di Natale”. Lo ha detto l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, durante l’omelia del pontificale di Natale, che ha presieduto questa mattina in cattedrale, in cui ha sottolineato il valore delle parole, ma anche i rischi. “Bellissima l’umiltà di Dio che diventa parola rivestendosi della nostra umanità. Come sorprendenti sono i trent’anni in cui questa parola rimane custodita nel quotidiano di Nazareth”, ha aggiunto il presule che ha rivolto ai fedeli presenti un auspicio: “Quanto sarebbe bello, se anche le nostre parole ritrovassero il gusto del silenzio della grotta di Betlemme per riprendere verità, incisività, creatività”. L’arcivescovo ha poi sottolineato l’importanza di “sentire che la voglia di Dio è quella di essere uno di noi, di camminare con noi”, in un mondo dove “si tende a mettere distanze, ad avere qualcuno che sta sopra e qualcuno che sta sotto”, in un mondo “lacerato dalla contrapposizione”. “Lontano dalle stanze del volersi bene – ha concluso – non c’è futuro, non c’è cambiamento, non c’è innovazione, non c’è pace”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy